Si profila all’orizzonte una sagoma nota
È il nuovo che, inesorabile, avanza. Il Pdl è vicino (o rassegnato?) ad una candidatura di Giuseppe Tagliente, che quindi non demorde e punta, appoggiato da Prospero, alla poltrona di sindaco. Come in ogni iniziativa che si rispetti, è pronto anche un piano B, vale a dire la discesa in campo di Manuele Marcovecchio, il cui scarso impegno come consigliere comunale si sommerebbe algebricamente al fatto di essere cognato del Tagliente, il che ha un suo peso. Per la verità, il partito vorrebbe muoversi per individuare un candidato sindaco giovane, che potrebbe essere Etel Sigismondi, capace di dare una spinta verso un rinnovamento generazionale auspicato da iscritti e simpatizzanti, ma è molto difficile che il già citato Tagliente, classe 1952 e in politica da sempre, rinunci ad avere un ruolo di primo piano anche in questa competizione. A costo di distruggere un patrimonio di voti, quelli potenzialmente del Pdl, tenendo conto che l’ex sindaco ed ex presidente del consiglio regionale non porterebbe in dote che qualche consenso racimolato tra i pochi amici che gli sono rimasti.
Esperto in associazioni culturali, destinatarie di interessanti sovvenzioni pubbliche, nonché perito in materia di antiquariato, Tagliente dovrebbe dar conto delle sue innumerevoli attività, in quanto, per l’appunto, coperte finanziariamente da enti, quale la Regione, ai quali ha evidentemente facile accesso. Dovrebbe spiegare, ancora, il perché (se esiste un perché) delle sue giravolte politiche, dei suoi spesseggianti cambi di casacca e di biancheria intima, della sua sostanziale inaffidabilità. Dovrebbe dire, tra l’altro, cosa abbia fatto, da sindaco, per prevenire il depauperamento dell’immenso patrimonio artistico e archeologico custodito a Palazzo d’Avalos, compreso quello accatastato nei magazzini.
Dovrebbe, soprattutto, in un sussulto di dignità politica, gettare la spugna.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it
È il nuovo che, inesorabile, avanza. Il Pdl è vicino (o rassegnato?) ad una candidatura di Giuseppe Tagliente, che quindi non demorde e punta, appoggiato da Prospero, alla poltrona di sindaco. Come in ogni iniziativa che si rispetti, è pronto anche un piano B, vale a dire la discesa in campo di Manuele Marcovecchio, il cui scarso impegno come consigliere comunale si sommerebbe algebricamente al fatto di essere cognato del Tagliente, il che ha un suo peso. Per la verità, il partito vorrebbe muoversi per individuare un candidato sindaco giovane, che potrebbe essere Etel Sigismondi, capace di dare una spinta verso un rinnovamento generazionale auspicato da iscritti e simpatizzanti, ma è molto difficile che il già citato Tagliente, classe 1952 e in politica da sempre, rinunci ad avere un ruolo di primo piano anche in questa competizione. A costo di distruggere un patrimonio di voti, quelli potenzialmente del Pdl, tenendo conto che l’ex sindaco ed ex presidente del consiglio regionale non porterebbe in dote che qualche consenso racimolato tra i pochi amici che gli sono rimasti.Esperto in associazioni culturali, destinatarie di interessanti sovvenzioni pubbliche, nonché perito in materia di antiquariato, Tagliente dovrebbe dar conto delle sue innumerevoli attività, in quanto, per l’appunto, coperte finanziariamente da enti, quale la Regione, ai quali ha evidentemente facile accesso. Dovrebbe spiegare, ancora, il perché (se esiste un perché) delle sue giravolte politiche, dei suoi spesseggianti cambi di casacca e di biancheria intima, della sua sostanziale inaffidabilità. Dovrebbe dire, tra l’altro, cosa abbia fatto, da sindaco, per prevenire il depauperamento dell’immenso patrimonio artistico e archeologico custodito a Palazzo d’Avalos, compreso quello accatastato nei magazzini.
Dovrebbe, soprattutto, in un sussulto di dignità politica, gettare la spugna.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it
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