mercoledì 21 settembre 2011

Insorge Termoli

Di Pietro candida il figlio

Antonio Di Pietro come Umberto Bossi? Stavolta pare di si', visto che il leader dell'Idv ha candidato come consigliere regionale in Molise il figlio Cristiano, esattamente come il senatur aveva fatto con il suo Renzo per le regionali in Lombardia. La cosa non e' piaciuta agli iscritti del circolo dell'Idv di Termoli, che il giorno dopo la presentazione delle liste hanno deciso di lasciare in blocco il partito dell'ex Pm. Provocando un serio dispiacere all'ex pm. La grana e' scoppiata mentre Di Pietro arringava i militanti a Vasto per la conclusione della festa dell'IDV. I componenti del Circolo dipietrista della cittadina molisana diffondono un comunicato ufficiale in cui esprimono ''il loro totale dissenso'' per la candidatura di Cristiano Di Pietro alle regionali del 16 e 17 ottobre.

Per il circolo termolese la candidatura di Di Pietro junior e' sulla falsariga di quella del ''Trota'' o della Minetti. ''Appare figlia della stessa concezione familistica e privatistica che presumibilmente ha mosso il capo della Lega a candidare e far eleggere il figlio al Consiglio Regionale della Lombardia o il presidente del Pdl Silvio Berlusconi a candidare e a far eleggere Nicole Minetti allo stesso Consiglio regionale lombardo''. Per tali motivazioni l'intero Circolo ha maturato la sua decisione: ''Si decide, seduta stante, di interrompere la propria esperienza politica con l'Idv'', si legge nella nota. La prima secca replica arriva dal segretario regionale del Molise. ''L'Idv non ha accettato il loro ricatto: volevano imporre un candidato che, pur sollecitato in altre circostanze elettorali a correre con Idv, ha sempre scelto di non voler fare nessun percorso con noi per poter conservare la sua autonomia'', dice Pierpaolo Nagni.

Ma poco dopo, alla 'Voce del Molise', arriva la reazione di Antonio Di Pietro in persona: ''Mio figlio - puntualizza - ha fatto e deve fare tutte le trafile, al pari degli altri. Non potra' mai ottenere, almeno fino a quando saro' vivo io, un posto in nome o per conto del partito, con listini e quant'altro. Per fare il consigliere regionale mio figlio dovra' chiedere la fiducia sulla sua persona e sulle sue capacita'. Se i cittadini gli danno il consenso vuol dire che se lo e' meritato, perche' il figlio del politico non deve essere avvantaggiato, ma certamente ha diritto anch'esso a misurare il proprio consenso direttamente chiedendolo ai cittadini''.

ANSA
tratto da piazzarossetti.it

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