
Caro Giacinto, di Vittorio Messori ho sempre apprezzato ed apprezzo lo sforzo storiografico, documentaristico e "parateologico" di rileggere tutta la storia di Gesù di Nazareth, per noi Cristo, alla luce dei testi sacri, la memorialistica classica, i concili ecc. Tentare di dimostrare la storicità del Kèrigma del Cristianesimo: Gesù figlio di Dio è nato e vissuto da uomo, fu ucciso ed è risorto, è stata ed è una impresa titanica, peraltro già tentata da don Giuseppe Ricciotti (con ottimi risultati). Il tentativo di Messori ha avuto vastissima eco nel mondo (si pensi alle tantissime edizioni e traduzioni di "Ipotesi su Gesù") e profonde e favorevoli ripercussioni in Vaticano, al punto da consentire al giornalista Messori di intervistare addirittura il Papa (Giovanni Paolo II). Amo S. Govanni Bosco per quanto ha inventato di nuovo in campo pedagogico, per il bene che l'Ordine Salesiano fa ai giovani di tutto il mondo. Mi sembra però sinceramente sacrilego il parallelo stabilito da Messori tra le "Visioni" profetiche di S.Giovanni Bosco e le scelte politiche di Cavour, i lutti di Casa Savoia con le chiusure dei monasteri e la processione negata. Ipotizzare una sorta di "ritorsione divina", diciamola pure: una vendetta, un intervento diretto di Dio sulle vicende umane preannunciato da S. Giovanni Bosco, ancorchè assurdo, mi sembra teologicamente errato. Si contraddice il principio fondamentale del libero arbitrio, l'assoluta libertà di scelta che Dio garantisce ai suoi figli. Principio che a nessun cristiano è lecito mettere in discussione. Guai a noi se pensassimo che una morte improvvisa, un rovescio economico, una disgrazia fossero frutto dei nostri peccati.
Nicolangelo D'Adamo
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