“Solo dopo le calunniose
affermazioni ho appreso che la Meta ha organizzato la 18^ edizione del Vasto
Film Festival”. Ad abundantiam. La frase, inserita nel comunicato stampa, ricalca
lo stile tipico de “Il deserto dei Tartari”, la cui trama si dipana in
un’atmosfera dove essere e non-essere si accavallano e si sovrappongono, fino a
confondersi. Viene anche in mente il Teeteto di Platone, ma qui siamo su altri
ed alti livelli. Eppure Bianca Campli così scrive e dobbiamo crederle.
Chiosando: non sarebbe stato meglio, per lei e per il Sindaco, se, pur
invitata, la critica d’arte, della quale non discutiamo le capacità
professionali, avesse rinunciato a far parte della giuria del Vasto Film
Festival?
Giacinto Zappacosta
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