Taranto, corso Italia. Fa
mostra di sé, senza che alcuno si scandalizzi e si ribelli, il risultato di un
epico atto di vandalismo nostrano. Le mura, ora ridotte a mero spartitraffico,
recano il senso della nostra inciviltà. Il problema è aggravato dal silenzio di
tutti, dall’indifferenza, vero cancro della società tarantina dei nostri tempi.
Dovremmo essere tutti orgogliosi delle nostre origini e delle vestigia del
passato che abbelliscono questa città, dovremmo tutti fare qualcosa per l’immenso
patrimonio artistico e archeologico che, senza nostro merito, ci hanno lasciato
gli avi. D’altra parte, la sporcizia che regna sovrana nelle strade, avvertite
non come lo spazio comune, ma piuttosto come la terra di nessuno da insozzare
liberamente, la dice lunga su un fenomeno che assurge a vera e propria
emergenza. L’anno scolastico è appena iniziato: perché allora i docenti, a pro
dei bambini come degli adolescenti, in assenza di un sistema educativo
familiare, non cominciano a parlare del problema? Se è avvertito in quanto
tale, altrimenti siamo ben messi.
Giacinto Zappacosta
Nessun commento:
Posta un commento