sabato 14 settembre 2013

LA TARANTO CHE NON MI PIACE

Taranto, corso Italia. Fa mostra di sé, senza che alcuno si scandalizzi e si ribelli, il risultato di un epico atto di vandalismo nostrano. Le mura, ora ridotte a mero spartitraffico, recano il senso della nostra inciviltà. Il problema è aggravato dal silenzio di tutti, dall’indifferenza, vero cancro della società tarantina dei nostri tempi. Dovremmo essere tutti orgogliosi delle nostre origini e delle vestigia del passato che abbelliscono questa città, dovremmo tutti fare qualcosa per l’immenso patrimonio artistico e archeologico che, senza nostro merito, ci hanno lasciato gli avi. D’altra parte, la sporcizia che regna sovrana nelle strade, avvertite non come lo spazio comune, ma piuttosto come la terra di nessuno da insozzare liberamente, la dice lunga su un fenomeno che assurge a vera e propria emergenza. L’anno scolastico è appena iniziato: perché allora i docenti, a pro dei bambini come degli adolescenti, in assenza di un sistema educativo familiare, non cominciano a parlare del problema? Se è avvertito in quanto tale, altrimenti siamo ben messi.


Giacinto Zappacosta

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