La Giunta comunale di
Vasto ha nominato un nuovo “Comitato di gestione” per la Riserva di Punta
d’Erci. L’odierna decisione, peraltro sollecitata dall’opposizione fin dal
2010, scaturisce da una semplice mozione presentata nel marzo del 2012 ed
approvata dalla sola maggioranza, che basava la sua ragion d’essere sul famoso
“Patto per il territorio”, strumento
fallito ancor prima di essere stipulato. In definitiva, la mozione impegnava il Sindaco e la Giunta a nominare un nuovo
Comitato di Gestione in rappresentanza di realtà diverse da quelle previste
dalla originale Delibera del Consiglio comunale del Febbraio 2000, istitutiva
del Comitato stesso. Ne
è scaturita una nuova composizione che vede partecipi: il Sindaco o suo
delegato, Pasquale D’Ermilio, dirigente del settore Urbanistica del Comune di
Vasto, Roberto Cocco, responsabile dell’Arta, Pietro Smargiassi, in
rappresentanza del Coasiv e Francesco Famiani, in rappresentanza delle associazioni
ambientaliste.
Quale
è la differenza sostanziale nella composizione di tale Comitato rispetto a
quanto stabilito nel 2010 dal Consiglio comunale? L’inserimento di un
rappresentante del COASIV, Consorzio per l’area di sviluppo industriale del
Vastese, e la cancellazione della presenza di un rappresentante dei proprietari
delle terre ricomprese nel perimetro della riserva. Riteniamo tale decisione
fuori da ogni logica e del tutto sbagliata ed inoltre operata in dispregio
delle norme che sovraintendono la revisione della composizione del Comitato di
gestione. Sotto questo ultimo aspetto, infatti, la gravità delle decisione è
palese, laddove, con una semplice
Delibera di Giunta, è stata modificata e stravolta una decisione sancita con una
Delibera di Consiglio, nel 2000. Per modificare la composizione del Comitato di
Gestione della Riserva sarebbe stata indispensabile una nuova Delibera del
Consiglio Comunale e non una Mozione o una Delibera di Giunta. Con un atto di
Giunta si sarebbero potuti adeguare soltanto i nomi dei rappresentanti delle
realtà individuate precedentemente ma non certamente la composizione del
Comitato di Gestione in ordine alla sua configurazione di istituto. Così
facendo, il Consiglio è stato espropriato di una specifica e propria
competenza.
Così operando, è stata
negata la rappresentanza a chi, con sforzo e difficoltà, svolge attività
economiche nel settore agricolo e turistico.
In definitiva, nel Comitato di Gestione della
riserva, si è scelto di assicurare la presenza dei rappresentanti del sistema
industriale di quell’area e non dare rappresentanza, invece, a quelli delle
attività agricole o turistiche della zona.
L’area del nucleo industriale ha un proprio sistema
di gestione che mira alla tutela degli interessi economici dei proprietari
degli opifici che insistono al suo interno e di questi, giustamente, se ne
riconosce la rappresentatività negli organismi decisori. Al pari, noi riteniamo
indispensabile che nel Comitato di gestione della Riserva Naturale di Punta d’Erce
ci siano i rappresentanti di chi svolge attività agricole e turistiche all’interno
dei suoi confini. Ed invece, incredibilmente, la gestione della Riserva vede
rappresentato il sistema industriale e non quello agricolo e turistico!
Crediamo questo avvenga soltanto nella Riserva
naturale di Punta d’Erce, soltanto a Vasto, unico caso al mondo.
Massimo
Desiati Progetto per Vasto
Etelwardo Sigismondi Fratelli d’Italia
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