martedì 21 gennaio 2014

«...evitando disinformazione, diffamazione e calunnia che fanno tanto male»


Gentile Direttore,

il Papa, rivolgendosi ai dipendenti della Rai e alle loro famiglie in occasione dell’udienza per il 90° anniversario dell’inizio delle trasmissioni radiofoniche e il 60° di quelle televisive, ha detto: «La vostra professione, oltre che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune».
Ed ha proseguito: «Tutte le professionalità che fanno parte della Rai, dirigenti, giornalisti, artisti, impiegati, tecnici e maestranze sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo, raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani. È una responsabilità a cui chi è titolare del servizio pubblico non può per nessun motivo abdicare». Il Papa ha quindi invitato i dipendenti di viale Mazzini a tenere alto il livello etico della comunicazione cercando di trasmettere «speranza» ed «evitando disinformazione, diffamazione e calunnia che fanno tanto male».
Il richiamo alla funzione etica degli operatori dell’informazione coglie in pieno il senso della lettera inviataLe appena due giorni fa anzi va oltre il messaggio che il Pontefice ha rivolto agli addetti dell’informazione pubblica, perché non vi è dubbio che è a tutta la categoria dei giornalisti che va indirizzato il messaggio del Pontefice, proprio per l’alta responsabilità che detta categoria ha nell’azione di elevazione della cultura dei popoli.
Gliela reitero confidando nell’apertura di un serio dibattito sull’argomento e La ringrazio della cortese ospitalità.

NICOLA CIRELLI
Pres. AGORA’ ONLUS

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