“Sulla pista ciclabile di Vallone Lebba, a
Vasto, credo di poter dire la mia, non fosse altro perché l'opera venne avviata
durante il periodo in cui ero assessore al turismo. Le dichiarazioni dell'ex
assessore Masciulli mi lasciano perplesso, per non dire sbalordito. Ma torniamo
indietro nel tempo. Chi volle questa pista? All'epoca il Patto Trigno-Sinello
era alle prese con una rimodulazione di alcune somme e chiese al Comune di
Vasto se avesse un progetto da poter realizzare che avesse attinenza con la
promozione turistica del territorio. Lapenna tirò fuori dal cilindro un
progetto già pronto, guarda caso redatto da due professionisti vicini alla
sinistra. Uno di essi è stato un iscritto dei Ds, oggi iscritto del Pd con
funzioni dirigenti. Il progetto prevedeva la realizzazione di un percorso
ciclabile dal fondovalle Maddalena fino all'ingresso dell'area di rispetto
della Riserva di Punta d'Erce, in località Punta Penna. Un percorso già esistente,
in realtà, che costeggiava il Vallone Lebba. Si trattava di adeguarlo alle
esigenze di una pista. Non mi soffermo sui costi dell'opera di cui ha
ampiamente parlato il collega Davide D'Alessandro. Ma qualche parola dobbiamo
spenderla sulla sua manutenzione, vista la confusione che fa l'ex assessore
Masciulli. Il completamento della pista e la sua contabilizzazione sono stati
travagliati. Non a caso solo recentemente, precisamente il 4 febbraio 2014, è
stato approvato l'assestamento del quadro economico e le spese sostenute. Ne è
derivato che la pista non è stata mai inaugurata, anche per via di un ritardo
nei pagamenti alla impresa esecutrice dell'opera. Fin dall'inizio ci si è resi
conto dell'assoluta mancanza di manutenzione della stessa, perché nessuna posta
in bilancio è stata mai indirizzata verso quest'opera. Al Consorzio di
Bonifica, sempre disponibile quando interpellato dal Comune, si può chiedere ed
ottenere la manutenzione dell'alveo del vallone, non certamente la pulizia
delle aree circostanti che spetta al Comune. Le canne che invadano la pista
e che crescono sotto l'asfalto, le erbacce che hanno sradicato in più punti la
staccionata realizzata in castagno grezzo, dunque di qualità non ottimale, lo
sgretolamento dell'asfalto in diversi punti, l'avvallamento dello stesso tanto
da creare pantani, l'abbandono totale della strada brecciata parallela alla
pista, la scomparsa delle mini staccionate realizzate per dividere il percorso
ciclabile da quello utilizzato dai residenti e agricoltori titolari dei fondi,
sono tutti interventi di ordinaria manutenzione che spettavano e spettano
all'amministrazione comunale. Da anni questi interventi non vengono
eseguiti, pertanto lo stato di incuria della pista ed il suo degrado evidente,
sono da attribuire solo ed esclusivamente alla mancata volontà
dell'amministrazione comunale di porre in bilancio somme dedicate alla sua
manutenzione. Altro che responsabilità del Consorzio di Bonifica che garantisce
lo scorrimento delle acque fluviali del vallone, ma non ha alcuna competenza
sulla pulizia delle erbacce lungo la pista. E poi, un progetto che prevede la
realizzazione di una pista che costeggia un vallone, visti i costi esorbitanti
per realizzare strumenti inutili per la praticabilità della pista stessa (totem
elettronici, video, ecc.), non avrebbe dovuto tenere conto che le canne del
vallone avrebbero potuto creare problemi al realizzando percorso e, dunque,
porvi rimedio a monte? Stendiamo un velo pietoso sulle parole dell'ex assessore
che, così come fa Lapenna quando scarica ogni responsabilità ai suoi dirigenti
sulla gestione economica della macchina amministrativa, se la prende con altri
Enti, in questo caso con il Consorzio di Bonifica, che, sottolineo, non c'entra
nulla con la manutenzione della pista ciclabile”.
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