giovedì 12 novembre 2015

LA CULTURA COME PASSIONE O COME UZZOLO?

Fiumi impetuosi, che straripano all’improvviso, in tutte le stagioni, corsi d’acqua generosi, potenti, sufficienti per dissetare amici e affini: dalla signora con l’uzzolo della scrittrice, e conseguenziale complesso di inferiorità per non esserne all’altezza, alla signora medesima che pubblica calendari, alle serate dannunziane. Il terreno carsico fa il resto, disperdendo l’acqua in mille rivoli sotterranei che non riesci a seguire. Fuor di metafora: le associazioni culturali, con i sovvenzionamenti pubblici, di cui sono destinatarie, fanno la fortuna di pochi. Gli altri votano e subiscono, ma si incazzano pure, osservano, annotano, ricostruiscono, di notte sognano la guardia di finanza e (perché no?) i carabinieri, comunque sia uomini in divisa che poi mettono tutto a posto. E ci liberano da quel connubio perverso fra associazionismo culturale e politica.

Giacinto Zappacosta

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