sabato 28 novembre 2015

NATALE CON IL PRESEPE

“Te piace u’  presepe?” chiedeva a tutti, ossessivamente, il protagonista della commedia “Natale in casa Cupiello” del grande Eduardo De Filippo. E si, che Natale sarebbe se non ci fosse il presepe a ricordarci cosa festeggiamo? Ormai mancano poco più di due secoli al compimento del millennio da che S. Francesco ne allestì il primo. Era il 1223 e l’ancor giovane Francesco uscì dal convento di Greggio e preparò in una grotta, nel bosco, una mangiatoia, vi portò un asino ed un bue, viventi, e poi tenne una famosissima omelia natalizia davanti ad una grande folla di persone, rendendo così comprensibile la storia del Natale ai tanti analfabeti che non sapevano leggere il racconto evangelico. Quell’idea fu seguita rapidamente dappertutto.
Qualche anno addietro ho visitato, a Verona, una mostra di Presepi provenienti da varie parti del mondo, anche dalle estreme periferie orientali: Alcuni allestimenti, di una bellezza e semplicità struggenti, rimandavano alla fede semplice e forte di quelle popolazioni ancora capaci di commuoversi di fronte ad un bambinello adagiato sulla paglia di una mangiatoia…
Per quasi un millennio, quindi, in tutto il mondo cristiano, si è ricordato e si ricorda quella nascita divina con la riproposizione della circostanza straordinaria in cui avvenne.
Fino a qualche anno addietro, in Europa, nonostante la presenza di migliaia di cittadini provenienti da tutto il mondo, di religioni diversissime tra loro, dagli animisti agli islamici, a nessuno era mai venuto in mente, pur festeggiando il Natale, di rinunciare alla rappresentazione del Presepe per un, come dire, dovere di ospitalità nei confronti di cittadini di altre fedi religiose. Oggi l’allestimento del Presepe si vorrebbe, addirittura, offensivo della sensibilità religiosa dei seguaci di una  religione in particolare, quella musulmana.
E’ notizia di questi giorni la scelta, in una scuola italiana, di non mandare  una classe di Scuola Media a visitare una mostra di pittura per la presenza di alcuni quadri raffiguranti la Crocifissione! La motivazione: quei quadri avrebbero potuto urtare la sensibilità religiosa degli alunni di fede musulmana. Peggio ancora a Rozzano, in provincia di Milano, un preside ha proibito il tradizionale allestimento del Presepe a scuola con il pretesto che “dopo i fatti di Parigi, sarebbe una provocazione” e che, del resto, “la scuola è laica!” Si resta veramente sbigottiti di fronte a motivazioni così pretestuose e ridicole che denotano non solo  mancanza assoluta di rispetto per la sensibilità religiosa degli altri alunni, ma soprattutto una preoccupante pochezza culturale.
Quei professori  che temono le convulsioni di qualche alunno di fronte al crocifisso, impediranno alle loro classi di visitare anche le grandi basiliche cristiane o la Cappella Sistina con le stesse motivazioni? Oppure presenteranno al Ministero una petizione per cancellare lo studio della Storia dell’Arte nelle scuole italiane perché  troppe sono le opere d’arte che rimandano alla cristianità?
E quel preside di Rozzano che invoca la laicità della scuola perché festeggia  una ricorrenza religiose? Non ha alcun senso, è una contraddizione in termini, parlare di “Natale-Laico”. Il Natale che festeggiamo è il compleanno di Gesù. Punto.
E a ben vedere non era “laica” neppure la festa pagana che si celebrava anticamente il 25 dicembre. Anche quella, la festa del “Dies Natalis Solis Invicti, per i seguaci di Mitra era una festa religiosa.
Ma questi atteggiamenti, se non nascessero da altre motivazioni, durerebbero al massimo lo spazio di una stagione e poi verrebbero sepolti da una risata, purtroppo nascono da una tendenza culturale e politica europea, non solo italiana, che vede nella rinuncia ad alcuni aspetti specifici  della nostra tradizione culturale e religiosa la via obbligata per la convivenza pacifica con il mondo musulmano!
Per interrompere questa deriva va detto chiaramente a tanti mediocri e pericolosi “maìtre à penser” contemporanei, che l’Europa, che piaccia o meno, è impregnata di cultura cristiana e solo uno sciocco e presuntuoso atteggiamento pseudo illuminista può ipotizzare una storia culturale europea separata dalle sue origini giudaico-cristiane.


NICOLANGELO D’ADAMO 

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