venerdì 19 novembre 2010

19 novembre 1867: muore di Giacinto de' Sivo

Giacinto de’ Sivo (1814-1867), scrittore e storico napoletano, è l’autore di un’importante opera, “Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861”. Arrestato più volte dopo la proclamazione del nuovo stato italiano, pagò anche con l’esilio la sua fedeltà alla verità storica.

Due Sicilie: ripubblicata la storia di Giacinto de’ Sivo
tratto da: editorialeilgiglio.it, 28.5.2010


È stata finalmente ripubblicata la “Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861” di Giacinto de’ Sivo. L’opera più importante della storiografia non risorgimentale sulla fine del Regno delle Due Sicilie era introvabile ormai da oltre un decennio ed era reperibile solo sul mercato antiquario. I due volumi di de’ Sivo (2 voll, 1156 pagg., € 53,80) sono stati pubblicati dalle Edizioni Trabant di Brindisi, casa editrice “open source” che stampa a richiesta i libri e li rende disponibili anche in formato digitale.

Mentre si avviano sotto il segno della peggiore retorica propagandistica le celebrazioni per i 150 anni dell’unificazione dell’Italia la storia di de’ Sivo è una lettura preziosa per comprendere che cosa sia stato il cosiddetto Risorgimento, uno strumento fondamentale per la critica del processo di unificazione. «Li ho infamati per l’eternità», scrisse lo storico delle Due Sicilie, e la sua opera resta insostituibile per comprendere come fu unificata l’Italia. Aveva dovuto rimettere insieme faticosamente i propri appunti, distrutti da una brigata garibaldina guidata da Bixio che nel settembre 1861 invase la sua villa a Maddaloni. Pubblicata nonostante l’opposizione dei liberali, che erano infiltrati anche nel governo napoletano in esilio, la “Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861” è un grande affresco delle condizioni del Regno, dell’Italia pre-unitaria e dell’Europa. Sullo sfondo – e ciò costituisce la principale chiave interpretativa dell’opera di de’ Sivo – è descritta l’azione della “setta”, la massoneria, che nel cosiddetto Risorgimento e nell’azione congiunta di Inghilterra, Francia e Piemonte contro le Due Sicilie ebbe un ruolo decisivo.

Nato a Maddaloni (Caserta) nel 1814 da un ufficiale dell’esercito napoletano, nipote di un volontario dell’Armata del Cardinale Ruffo, de’ Sivo si mise presto in luce per il suo coraggio e per la fedeltà alla dinastia borbonica. Nel 1848 fu nominato Consigliere d’Intendenza della provincia di Terra di Lavoro. Il 14 settembre 1860 una brigata di garibaldini occupò Maddaloni. De’ Sivo si rifiutò di recarsi a Napoli per omaggiare Garibaldi e fu arrestato, la sua villa fu invasa e saccheggiata. I garibaldini gli sequestrarono anche un manoscritto sugli avvenimenti del 1848-49.

Scarcerato, fu arrestato nuovamente il 1 gennaio 1861 ed imprigionato per due mesi. Quando uscì dal carcere diede vita al giornale “La Tragicommedia” (ripubblicato dall’Editoriale Il Giglio, seconda edizione 1996) un tentativo coraggioso ed intelligente di eludere la censura piemontese per informare sulle reali condizioni del Regno occupato. Ma al terzo numero la polizia sequestrò il giornale. Il 6 settembre 1861 de’ Sivo fu arrestato per la terza volta e costretto all’esilio a Roma. Nel 1861 pubblicò “L’Italia e il suo dramma politico” (Editoriale Il Giglio, 2003), lucida profezia sul fallimento dell’unificazione. Tra il 1862 ed il 1867 superando enormi difficoltà, compresa l’opposizione delle ‘camarille’ liberali alla Corte di Francesco II, pubblicò la fondamentale “Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861”. Morì in esilio a Roma nel 1867.

da storialibera.it

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