Inaugurato il monumento a memoria del cruento assedio
Con una suggestiva manifestazione, sabato 6 novembre 2010, presso la Porta Carlo III, il Sindaco del Comune di Gaeta, unitamente ai sindaci di altri comuni con i rispettivi gonfaloni, tra i quali Pontelandolfo, Civitella del Tronto, Itri, Tufo e Santi Cosma e Damiano, ha scoperto un monumento dedicato alle vittime dell’Assedio del 1860 - 1861 che vide la quasi totale distruzione della bellissima e fedelissima Città di Gaeta.
Quindi, nella commozione generale, sono state chiuse le pesanti ante della Porta Carlo III ad indicare l’inizio dell’ultimo Assedio che, in effetti, ebbe inizio proprio il 6 novembre di quel tragico 1860.
Tutti noi stiamo seguendo con molta attenzione quanto sta accadendo intorno a questo incantevole lembo di Terra, ultimo sacro baluardo posto in difesa della nostra antica Patria Napolitana: il sacrario dei nostri Eroi.
Ciò che lascia perplessi più del solito è quel susseguirsi di battute e controbattute (cannonate e contro cannonate) che, sfiorando “le sacre Torri di Gaeta e di Mola di Gaeta”, corrono da un capo all’altro dell’omonimo Golfo colpendo politici e amministratori più “ impegnati a cavar soldi dalla storia” che a far emergere una verità troppo scomoda per essere detta tutta e fuori dai denti.
Scandalosi quei politici che allora di maggioranza, al grido di Vivaòrrè, salutavano commossi l’alzabandiera sulla Batteria Transilvania, e che adesso appaiono quali i maggiori avversari dell’evento commemorativo.
Il 6 novembre scorso le antiche porte di Gaeta sono state chiuse, è vero, ma in realtà l’assedio non è mai cessato. Continua da 150 anni tra ipocrisie, tradimenti e menzogne di ogni genere.
Per porre termine all’assedio occorrerà una volta per tutte che i due schieramenti, e cioè gli eredi degli assediati e quelli degli assedianti, si siedano al tavolo delle trattative in nome della verità, della giustizia e della dignità dove ogni attore dovrà decidersi, una volta per tutte, da che parte stare.
Cap. Alessandro Romano
Rete di Informazione
del Regno delle Due Sicilie
Con una suggestiva manifestazione, sabato 6 novembre 2010, presso la Porta Carlo III, il Sindaco del Comune di Gaeta, unitamente ai sindaci di altri comuni con i rispettivi gonfaloni, tra i quali Pontelandolfo, Civitella del Tronto, Itri, Tufo e Santi Cosma e Damiano, ha scoperto un monumento dedicato alle vittime dell’Assedio del 1860 - 1861 che vide la quasi totale distruzione della bellissima e fedelissima Città di Gaeta.
Quindi, nella commozione generale, sono state chiuse le pesanti ante della Porta Carlo III ad indicare l’inizio dell’ultimo Assedio che, in effetti, ebbe inizio proprio il 6 novembre di quel tragico 1860.
Tutti noi stiamo seguendo con molta attenzione quanto sta accadendo intorno a questo incantevole lembo di Terra, ultimo sacro baluardo posto in difesa della nostra antica Patria Napolitana: il sacrario dei nostri Eroi.
Ciò che lascia perplessi più del solito è quel susseguirsi di battute e controbattute (cannonate e contro cannonate) che, sfiorando “le sacre Torri di Gaeta e di Mola di Gaeta”, corrono da un capo all’altro dell’omonimo Golfo colpendo politici e amministratori più “ impegnati a cavar soldi dalla storia” che a far emergere una verità troppo scomoda per essere detta tutta e fuori dai denti.
Scandalosi quei politici che allora di maggioranza, al grido di Vivaòrrè, salutavano commossi l’alzabandiera sulla Batteria Transilvania, e che adesso appaiono quali i maggiori avversari dell’evento commemorativo.
Il 6 novembre scorso le antiche porte di Gaeta sono state chiuse, è vero, ma in realtà l’assedio non è mai cessato. Continua da 150 anni tra ipocrisie, tradimenti e menzogne di ogni genere.
Per porre termine all’assedio occorrerà una volta per tutte che i due schieramenti, e cioè gli eredi degli assediati e quelli degli assedianti, si siedano al tavolo delle trattative in nome della verità, della giustizia e della dignità dove ogni attore dovrà decidersi, una volta per tutte, da che parte stare.
Cap. Alessandro Romano
Rete di Informazione
del Regno delle Due Sicilie
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