venerdì 31 dicembre 2010

L’ULTIMO STRAPPO

Rimescolamento politico di portata storica

Con la firma del contratto di Pomigliano da parte di CISL ed UIL e non della FIOM, ovvero i metalmeccanici della CGIL, si è consumato, forse, l’ultimo strappo, il filo rosso che ha legato le tre grandi sigle sindacali in tante battaglie contrattuali degli ultimi cinquanta anni. Fu un contestato contratto FIAT che il 14 ottobre ’80 provocò la famosa “marcia dei quarantamila” e la conseguente sconfitta confederale che marginalizzò per anni l’intera attività sindacale; oggi per un “rivoluzionario” contratto FIAT per lo stabilimento di Pomigliano, la parte più dura del sindacato, la FIOM di Landini, viene isolata dagli altri sindacati e rischia una sconfitta storica, senza precedenti, che finirà per relegarla in un ambito residuale del sindacalismo del novecento senza nessuna influenza sul mercato del lavoro attuale. Si perché la mancata sottoscrizione di quel contratto non solo è stata contestata dagli altri sindacati, ma anche dal mondo politico, ovvero dal Partito Democratico che, pur tra travagli e divisioni che ne appesantiscono l’attività politica, ha stigmatizzato negativamente la mancata firma del contratto dapprima con Fassino e Chiamparino e lo si poteva capire, ma poi via via si sono aggiunti il Segretario Bersani, Ichino, Ignazio Marino, Rossi, Morando, Cabras, D’Alema, Ceccanti ed altri, ovvero le varie anime del partito, con una robusta presenza dei Veltroniani,come c’era da aspettarsi.
L’atteggiamento opposto dell’Italia dei Valori e del partito di Vendola complica ancora di più la situazione nel centro sinistra rischiando di creare veramente situazioni di non ritorno visto il netto giudizio di contrarietà all’accordo con il conseguente appello ai “principi generali della democrazia” e addirittura alla Costituzione. Si ha l’impressione di essere veramente alla vigila di un rimescolamento politico di portata storica con la maggioranza dei partiti in Parlamento ormai chiaramente orientati verso un mercato del lavoro più attento alle singole esigenze aziendali e alla flessibilità degli istituti contrattuali legati alle esigenze produttive, come avviene ormai un po’ dappertutto, e due partiti ancora tenacemente legati al contratto collettivo “erga omnes” e al nutrito corollario di garanzie sindacali come si è andato costituendo dagli anni sessanta in poi. Tra tutte le conseguenze quelle più traumatiche, ovviamente, riguardano l’ennesima spaccatura della sinistra tra i progressisti e i nostalgici del contratto unico.
Però questa volta chi non si affretta a capire che il mondo è cambiato, rischia di scomparire; perchè non si tratta soltanto di un problema sindacale, ma di visioni opposte della “civiltà del lavoro”.

NICOLANGELO D’ADAMO

3 commenti:

  1. Giaciiiii `fuori contesto,ma auguri di Buon Anno!
    Leggi la mia risposta Nicolangelo!!!

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  2. Tantissimi auguri a te, caro Giovanni, e a Gabriele.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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