sabato 8 gennaio 2011

IL VIALE DEL TRAMONTO

La magra strenna natalizia, i numeri romani, i consoli e le attività culturali

Al solo ricordo, mi vengono i brividi. Era l’ultimo comizio del centro-destra, quello che chiudeva la campagna elettorale per le comunali del 2006. In piazza Lucio Valerio Pudente, davanti alla Cattedrale di San Giuseppe, musi lunghi, imbarazzi palpabili e tensione che si percepiva sotto il palco degli oratori, fino all’ultima fila. Brutta storia quella delle lotte intestine. Che si ripete. Mentre Desiati, sciolto da discipline di partito, va avanti nella sua splendida autonomia, il Pdl locale, anchilosato a causa del troppo vecchiume accumulatosi nel tempo, è in perenne attesa di valutare le tesi e le proposte di Prospero e Tagliente, anzi le loro richieste, che quindi hanno ancora una loro valenza, un loro peso specifico, in negativo, come ovvio. Sia chiaro: non tutti tollerano la presenza, sempre più ingombrante, dei due consoli (a vita), ma occorrerebbe uno scatto d’orgoglio che ponga le basi per un “pensionamento d’ufficio” di chi, ormai, non ha più niente da dire, se non le solite, vecchie frasi trite e ritrite, in un caso un po’ più corrette da un punto di vista linguistico, nell’altro un po’ meno, in entrambi i casi non proponibili. Tagliente, soprattutto, dopo tutti i guasti prodotti, nonché i percorsi accidentati attraverso partiti e associazioni culturali, dovrebbe prendere atto del suo declino, certificato da un vistoso calo di presenze nel suo studio. Qualcuno ha scritto che i regali natalizi in corso Italia non arrivano più nella stessa quantità di una volta. Può essere. Ma quello che appare evidente è l’incapacità del “capo” di confrontarsi con chi abbia qualcosa da dire, o da scrivere (in italiano corretto), e che magari (perché no?) conosca i numeri romani, preferendo l’ex sindaco affidarsi ai teorici della res “pubblica” e dei valori “conculcati” fin dalla gioventù.

Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it

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