venerdì 4 marzo 2011

LE POSTE BORBONICHE

Sfatato un altro mito, in negativo, precipitato storico della propaganda ufficiale

Dopo aver scoperto e pubblicato nel corso di questi anni la lunga serie di primati culturali, sociali, industriali ed economici che hanno caratterizzato il Regno dei Borbone, sconvolgendo le coscienze di chi ancora continua a gettare fango su quello che fu uno stato ricco e fecondo, emerge dalle nebbie della storia un altro incredibile primato di efficienza e funzionalità.
A rivelarcelo è Donato Rana, illustre compatriota nonché eccezionale ricercatore e collezionista di documenti che riguardano il funzionamento delle Poste del Regno di Napoli dal 1734 al 1857, e cioè di tutto il periodo del Regno dei Borbone a partire da prima che fosse introdotto il francobollo.
Egli possiede una collezione vastissima di documenti talmente importanti e preziosi che ha avuto premi di livello internazionale.
Ultimamente Donato si è imbattuto in un interessante documento, che alleghiamo al messaggio, dal quale si evince che il Commissariato di Polizia del Distretto di Barletta, allo scopo di rispettare le disposizioni ricevute dal Ministero degli Interni (allora le Poste facevano capo a quel ministero), si informava dai vari sindaci come di fatto venivano consegnate le lettere ed i valori che si spedivano per posta.
In pratica voleva controllare la speditezza e la puntualità del servizio postale e valutare il livello di soddisfazione del cittadino, esattamente come farebbe oggi un buon “servizio qualità” nei riguardi della clientela.
Il documento porta la data del 4 settembre 1834: sulla destra si legge la lettera del mittente, mentre sulla sinistra, con data 8 settembre 1834, c’è la minuta della risposta del sindaco. Tale risposta, poi, gli amanuensi la riportavano su un nuovo foglio che era rispedito. Ebbene, c’è dell’incredibile: la risposta del Sindaco di Trani mette in evidenza lo stato di scontentezza perché spesso “le lettere invece di arrivare il sabato, giungevano il lunedì successivo”. Per le Autorità borboniche questa era una mancanza grave e lo Stato centrale si faceva carico di conoscere queste “anomalie” per porvi rimedio. Si legge, infatti, che a seguito della lamentela del sindaco, il Vice Responsabile delle Poste invece di rispondergli si recò personalmente da lui a fargli le sue scuse!! Da non credere!
Donato Rana ha molti documenti in cui si legge di appuntamenti anche molto importanti convocati per posta il giorno successivo a quello di spedizione! Ecco un’altra peculiarità amministrativa che tra le infinite già esistenti, faceva eccellere l’Amministrazione borbonica anche nelle città di provincia. Il Sindaco, o la sua amministrazione, rispondeva immediatamente alle domande pervenute al massimo all’indomani. Appare incredibile se paragoniamo quella maniera di comportarsi a quella di oggi.

da rete inf. Due Sicilie

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