Doppiopesismo: il paradigma dottrinale di ieri non si applica, oggi, agli amici
Uno dei punti di forza era il dato etnico, la carta d’identità del candidato sindaco, dove, era scritto, e tuttora è scritto, “nato a Gissi”. Lapenna può piacere o meno, ci mancherebbe, ma impostare una campagna elettorale, come fece il Comitato Civico cinque anni fa, sulle origini dell’avversario è stato un errore grossolano. Anch’io, scrivendo all’epoca su Quiquotidiano, partecipai alla rivendicazione della vastesità, alla esaltazione dello ius soli, accorgendomi subito dopo, visti i risultati, che quel tipo di polemica non aveva portato da nessuna parte.
Arrivati a questo punto, però, pretendo coerenza da chi gridava “Vasto ai Vastesi, non lasciamo Vasto in mano ai Gissani”. Della Porta è una cordiale e simpatica persona, che ha dato prova, così leggo, di indubbie capacità come magistrato, anche se le capacità medesime non riverberano necessariamente nel campo amministrativo e politico. Il suo problema, e quello di chi lo ha voluto come candidato, risiede nel fatto della etero–provenienza, che si somma, indefettibilmente, ad una parlata assai diversa dai dialetti di San Pietro, di Santa Maria e di Vasto Marina.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazza rossetti.it
Uno dei punti di forza era il dato etnico, la carta d’identità del candidato sindaco, dove, era scritto, e tuttora è scritto, “nato a Gissi”. Lapenna può piacere o meno, ci mancherebbe, ma impostare una campagna elettorale, come fece il Comitato Civico cinque anni fa, sulle origini dell’avversario è stato un errore grossolano. Anch’io, scrivendo all’epoca su Quiquotidiano, partecipai alla rivendicazione della vastesità, alla esaltazione dello ius soli, accorgendomi subito dopo, visti i risultati, che quel tipo di polemica non aveva portato da nessuna parte.Arrivati a questo punto, però, pretendo coerenza da chi gridava “Vasto ai Vastesi, non lasciamo Vasto in mano ai Gissani”. Della Porta è una cordiale e simpatica persona, che ha dato prova, così leggo, di indubbie capacità come magistrato, anche se le capacità medesime non riverberano necessariamente nel campo amministrativo e politico. Il suo problema, e quello di chi lo ha voluto come candidato, risiede nel fatto della etero–provenienza, che si somma, indefettibilmente, ad una parlata assai diversa dai dialetti di San Pietro, di Santa Maria e di Vasto Marina.
Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazza rossetti.it
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