Qualche perplessità di ordine gastronomico (e non solo)
Se Giangiacomo e Sigismondi hanno suonato le loro trombe, Prospero si accinge a suonare le sue campane. In ogni caso, l’ex sindaco non si scolla e (nessuno ne aveva mai dubitato) non sembra disposto a togliere il disturbo. Più defilato Tagliente, che al momento si affida ai suoi, autori di articoli senza senso e zeppi dei soliti errori di ortografia e di sintassi, per tacere del resto. Non si adombri il difensore d’ufficio, non se la prendano quei lettori, minus habentes culturali, che confondono lo pseudonimo con la firma in sigla: Verdone direbbe che “so’ avulse come cose”(se non altro, da un punto di vista etimologico). Se questa è l’opposizione che si appresta a contrastare Luciano Lapenna, stiamo freschi. Intanto, qualche perplessità. Prospero, da quanto è dato sapere, è iscritto al Pdl (“la Pdl” ama dire il diretto interessato) ma, in Regione, milita sotto le insegne di Rialzati Abruzzo; Tagliente, dal canto suo, non è iscritto al partito berlusconiano. Eppure, l’uno e l’altro parteciperanno ad una cena di lavoro in un noto locale di Vasto Marina. A quale titolo sono stati inseriti tra i commensali? Quale l’apporto dei due in vista di un rilancio del partito di centro-destra, maschio o femmina che sia? Il discorso, se esiste ancora la logica, sarebbe semplice: i maggiori responsabili della sconfitta elettorale facciano luogo per auto-ostracismo o, in difetto, per ostracismo indotto. Non c’è via di mezzo, non c’è altra soluzione. Anzi, l’esilio (politico) è il presupposto di tutto il resto, il primo passo. Se vogliamo fare sul serio. Se poi l’idea è quella di infognarsi nella palude melmosa della politica inconcludente, va bene lo stesso: è una opzione aperta.
Giacinto Zappacosta
Se Giangiacomo e Sigismondi hanno suonato le loro trombe, Prospero si accinge a suonare le sue campane. In ogni caso, l’ex sindaco non si scolla e (nessuno ne aveva mai dubitato) non sembra disposto a togliere il disturbo. Più defilato Tagliente, che al momento si affida ai suoi, autori di articoli senza senso e zeppi dei soliti errori di ortografia e di sintassi, per tacere del resto. Non si adombri il difensore d’ufficio, non se la prendano quei lettori, minus habentes culturali, che confondono lo pseudonimo con la firma in sigla: Verdone direbbe che “so’ avulse come cose”(se non altro, da un punto di vista etimologico). Se questa è l’opposizione che si appresta a contrastare Luciano Lapenna, stiamo freschi. Intanto, qualche perplessità. Prospero, da quanto è dato sapere, è iscritto al Pdl (“la Pdl” ama dire il diretto interessato) ma, in Regione, milita sotto le insegne di Rialzati Abruzzo; Tagliente, dal canto suo, non è iscritto al partito berlusconiano. Eppure, l’uno e l’altro parteciperanno ad una cena di lavoro in un noto locale di Vasto Marina. A quale titolo sono stati inseriti tra i commensali? Quale l’apporto dei due in vista di un rilancio del partito di centro-destra, maschio o femmina che sia? Il discorso, se esiste ancora la logica, sarebbe semplice: i maggiori responsabili della sconfitta elettorale facciano luogo per auto-ostracismo o, in difetto, per ostracismo indotto. Non c’è via di mezzo, non c’è altra soluzione. Anzi, l’esilio (politico) è il presupposto di tutto il resto, il primo passo. Se vogliamo fare sul serio. Se poi l’idea è quella di infognarsi nella palude melmosa della politica inconcludente, va bene lo stesso: è una opzione aperta.Giacinto Zappacosta
pubblicato su piazzarossetti.it
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