martedì 7 giugno 2011

SERVIZI PUBBLICI LOCALI:LE RAGIONI DEL SI'

La campagna referendaria nazionale per la gestione pubblica del servizio idrico difende un principio buono e giusto: i servizi pubblici locali devono restare sotto il pieno controllo della collettività. Invitiamo dunque i cittadini a votare « SÌ ».
I principi, però, non vanno solo affermati; vanno anche messi in pratica. E, in materia di servizi pubblici locali, vanno messi in pratica in ambito locale. Purtroppo così non è stato nella nostra zona, dove nell’ultimo decennio la gestione dei servizi pubblici locali è stata pubblica solo di nome. Limitiamoci al servizio idrico, e vediamo alcuni dati.

Secondo gli ultimi –e unici- dati ufficiali esistenti (risalenti al 1999), nell’ATO di Lanciano-Vasto:
- circa il 51% delle tubazioni avevano, allora, un’età maggiore ai 40 anni;
- le perdite ammontavano al 59,1% sull’immesso in rete, e quindi al 144% dell’erogato effettivo, uno dato tra i peggiori in Italia;
- nonostante la presenza di sorgenti copiose ed abbondanti, le interruzioni nell’erogazione interessavano “in maniera sistematica” (e senza preavviso) il 78% della popolazione.

Di fronte a un servizio di qualità così bassa la gestione publica è rimasta, per un decennio, pressoché inerte, disattendendo tutte le previsioni di piano (il cosiddetto Piano d’Ambito) che essa stessa si era data. Così la situazione è peggiorata ulteriormente.

Sempre secondo dati ufficiali, nell’ATO di Lanciano-Vasto, a tutto il 2007:
- gli investimenti realizzati sono stati lo 0,76% di quelli previsti –ultimo posto in Italia;
- le spese per il funzionamento degli organi istituzionali (CdA e presidenti) hanno raggiunto il 54,7% delle spese correnti totali, contro una media nazionale del 16,5%: è un primato nazionale;
- la tariffa è salita da 0,698 a 1,07 euro il m3: + 53,3%.

Di tutto questo i cittadini non solo non sono stati minimamente informati, ma sono stati anche sistematicamente presi in giro dagli amministratori locali, di entrambi gli schieramenti, che periodicamente hanno avanzato promesse rimaste tutte sulla carta. Insomma, la gestione pubblica del servizio idrico, pubblica di nome, è stata di fatto appaltata ai partiti: spesso quegli stessi che, dopo aver lungamente occupato i CdA, si dimostrano oggi, a chiacchiere, così zelanti sostenitori del servizio pubblico.

Tutto ciò è stato possibile in primo luogo per il mancato rispetto delle leggi. A cominciare da quelle leggi e regolamenti che imporrebbero al gestore obblighi di trasparenza, informazione, partecipazione. Norme che qui invece sembrano dimenticate, forse perché andrebbero a toccare interessi molto concreti; e di cui noi soli, localmente, chiediamo invano l’applicazione da anni.

Un solo esempio. C’è un articolo dello Statuto Comunale, l’Art. 40, che da quasi un ventennio attende ancora di essere applicato. Prevede che il Sindaco indica “entro il mese di Settembre di ogni anno, apposite conferenze dei servizi locali per esaminare l’andamento della qualità, quantità, efficienza ed efficacia dei servizi, formulando idonee soluzioni per il miglioramento di essi”. Attuarlo non costerebbe niente, e sarebbe un primo passo verso un controllo pubblico effettivo. Ma sin’ora a nessuno se ne è curato. Attendiamo fiduciosi…

Associazione civica Porta Nuova – Vasto
www.portanuovavasto.altervista.org


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