Esce sconfitto un certo modo di concepire la politica
Luciano Lapenna ha vinto: è il primo dato di cui prendere atto. Nelle due settimane che vanno dal primo turno al ballottaggio, abbiamo letto strane teorie che ci presentavano il sindaco uscente come il principale sconfitto, in quanto, così si argomentava, il 15 e 16 maggio non aveva raggiunto la maggioranza assoluta. Si diceva, in buona sostanza, pallottoliere alla mano, che il candidato del centro-sinistra aveva raccolto meno voti di quanti ne avessero avuti, tutti insieme, gli altri sei diretti competitori. Bella scoperta. Se vogliamo imputare a Lapenna di non aver vinto al primo turno, accomodiamoci pure, ma non andremo granché lontano. Soprattutto, non capiremo che cosa sia successo in questa città, non capiremo le ragioni di una vittoria netta, quella di Lapenna, superiore al risultato ottenuto cinque anni fa, non capiremo le ragioni di una sconfitta, quella del Pdl e quella personale di Della Porta, Prospero e Tagliente. Non da ultimo, ci sfuggirà l’altro dato fondamentale, vale a dire la presenza nel consiglio comunale appena eletto del movimento civico “Progetto per Vasto”, che fa capo a Massimo Desiati, vera novità di queste amministrative. Il Pdl, dunque, questo Pdl locale, alla mercé, fino a oggi, o fino a qualche giorno fa, del duo composto dagli ex sindaci, i Dioscuri che tutto decidono e tutto attuano, compresa la scelta del candidato sindaco, il malcapitato Della Porta, cooptato durante una cena a tre in un noto ristorante. Al di là e al di sopra degli interessi di partito, contro ogni logica, contro ogni aspettativa della base, Prospero e Tagliente si sono spesi per piccoli tornaconti personali, perfettamente leciti, sia chiaro, a cominciare dalla esigenza primaria di affossare una generazione che si sta facendo avanti a colpi di preferenze registrate ad ogni tornata elettorale. Il tempo dei pugni sul tavolo, in senso figurato allegorico, in qualche caso anche in senso materiale proprio, a rintuzzare la richiesta di partecipazione, specie nelle scelte importanti, è finito per sempre, è finito anche per Prospero e Tagliente. Che ora sono chiamati ad un improbabile gesto di auto-ostracismo, di allontanamento volontario da un partito che hanno massacrato e reso incapace di coagulare consensi. In mancanza, il commissariamento della sezione di corso Garibaldi, già avviato, non potrà non operare scelte radicali, anche sulle persone, liberando quelle energie che pure sono presenti, a livello territoriale, all’interno del partito berlusconiano. D’altra parte, questa città dimostra, ancora una volta, di avere in sé la capacità di reagire ad un certo modo di fare politica, di organizzarsi attorno ad un programma, attorno a delle idee, di fare gruppo, affidandosi al volontariato e alla buona volontà dei singoli. Non a caso, si accennava al “Progetto per Vasto” di Massimo Desiati. Il 6 novembre dell’anno scorso, l’articolo d’apertura de “Il Taglio” annunciava la nascita del movimento civico come “insieme di persone impegnate in una iniziativa aperta la coinvolgimento di chiunque voglia partecipare”. Oggi, quella intuizione, al suo primo confronto elettorale, raccoglie un quinto dei consensi tra gli elettori vastesi. Una nuova politica è possibile, così come la partecipazione civica. Buon lavoro a tutti.
Giacinto Zappacosta
Luciano Lapenna ha vinto: è il primo dato di cui prendere atto. Nelle due settimane che vanno dal primo turno al ballottaggio, abbiamo letto strane teorie che ci presentavano il sindaco uscente come il principale sconfitto, in quanto, così si argomentava, il 15 e 16 maggio non aveva raggiunto la maggioranza assoluta. Si diceva, in buona sostanza, pallottoliere alla mano, che il candidato del centro-sinistra aveva raccolto meno voti di quanti ne avessero avuti, tutti insieme, gli altri sei diretti competitori. Bella scoperta. Se vogliamo imputare a Lapenna di non aver vinto al primo turno, accomodiamoci pure, ma non andremo granché lontano. Soprattutto, non capiremo che cosa sia successo in questa città, non capiremo le ragioni di una vittoria netta, quella di Lapenna, superiore al risultato ottenuto cinque anni fa, non capiremo le ragioni di una sconfitta, quella del Pdl e quella personale di Della Porta, Prospero e Tagliente. Non da ultimo, ci sfuggirà l’altro dato fondamentale, vale a dire la presenza nel consiglio comunale appena eletto del movimento civico “Progetto per Vasto”, che fa capo a Massimo Desiati, vera novità di queste amministrative. Il Pdl, dunque, questo Pdl locale, alla mercé, fino a oggi, o fino a qualche giorno fa, del duo composto dagli ex sindaci, i Dioscuri che tutto decidono e tutto attuano, compresa la scelta del candidato sindaco, il malcapitato Della Porta, cooptato durante una cena a tre in un noto ristorante. Al di là e al di sopra degli interessi di partito, contro ogni logica, contro ogni aspettativa della base, Prospero e Tagliente si sono spesi per piccoli tornaconti personali, perfettamente leciti, sia chiaro, a cominciare dalla esigenza primaria di affossare una generazione che si sta facendo avanti a colpi di preferenze registrate ad ogni tornata elettorale. Il tempo dei pugni sul tavolo, in senso figurato allegorico, in qualche caso anche in senso materiale proprio, a rintuzzare la richiesta di partecipazione, specie nelle scelte importanti, è finito per sempre, è finito anche per Prospero e Tagliente. Che ora sono chiamati ad un improbabile gesto di auto-ostracismo, di allontanamento volontario da un partito che hanno massacrato e reso incapace di coagulare consensi. In mancanza, il commissariamento della sezione di corso Garibaldi, già avviato, non potrà non operare scelte radicali, anche sulle persone, liberando quelle energie che pure sono presenti, a livello territoriale, all’interno del partito berlusconiano. D’altra parte, questa città dimostra, ancora una volta, di avere in sé la capacità di reagire ad un certo modo di fare politica, di organizzarsi attorno ad un programma, attorno a delle idee, di fare gruppo, affidandosi al volontariato e alla buona volontà dei singoli. Non a caso, si accennava al “Progetto per Vasto” di Massimo Desiati. Il 6 novembre dell’anno scorso, l’articolo d’apertura de “Il Taglio” annunciava la nascita del movimento civico come “insieme di persone impegnate in una iniziativa aperta la coinvolgimento di chiunque voglia partecipare”. Oggi, quella intuizione, al suo primo confronto elettorale, raccoglie un quinto dei consensi tra gli elettori vastesi. Una nuova politica è possibile, così come la partecipazione civica. Buon lavoro a tutti.Giacinto Zappacosta
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