L’Abruzzo e la lingua italiana non valgono questo duello

Quando collaboravo con Quiquotidiano, era una tragedia continua: vedevo la lingua italiana massacrata e offesa, distrutta in sole quattro o cinque righe. All’interno della redazione, poi, si diffondeva il timor panico quando, in espressioni del tipo “si è svolta la LXI edizione del …”, bisognava far ricorso ai numeri romani. Roba da scuola elementare, ma quando le elementari formavano per davvero.
La storia si ripete, anche stamattina. Il problema è che il giornale reclama visibilità e va all’attacco, lancia in resta, arrivando, nella persona del suo direttore, a sfidare Borghezio in un incruento duello. La lettera aperta di Tagliente è simpatica, godibile, degna di segnalazione. I lanci d’agenzia, a quest’ora, hanno fatto rimbalzare la notizia in Padanìa (con l’accento sulla “i”, come vuole una recente lezione) e il corpulento padano ha già letto l’elzeviro. Siccome nella segreteria del Borghezio non mancherà qualcuno che abbia dimestichezza con la lingua italiana (magari anche con i numeri romani), oltre che con i riti celtici, il colosso piemontese, a stretto giro di posta, esporrà le sue controdeduzioni. Che vertono sull’italico idioma, essendo il Tagliente caduto su un “dà”, voce del verbo dare, privo di accento. Quando si attacca, caro Tagliente, bisogna pararsi il sedere da eventuali ironie da parte dell’avversario. La prossima volta, quando criticherai un abitante della Padanìa rinfacciandogli, giustamente, le colpe storiche dei Piemontesi nello sfacelo del Sud, argomento sul quale, come sai, mi trovi consenziente, fammi leggere la bozza: darò un’occhiata, gratis.
Tutto qui? No, c’è dell’altro. Stesso giornale, stesso numero, altri articoli. C’è una espressione (“omino piccolo”) che sempre alle elementari ci hanno spiegato essere sbagliata, e c’è un finale di “pezzo”, quello sulla Sacra Spina, che è un attorcigliamento logico-sintattico. Sorvolo sul resto per l’amore che porto verso Dio e verso la Patria. Comunque, vale quanto sopra a proposito del facile gioco che avrà il Borghezio nel dire e scrivere: “Ecco, l’avevo detto”.
Quando poi il sacerdote del dio Po avrà letto il curriculum (anzi, i curricula paralleli) del Tagliente, impegnato sempre su più fronti e in più scorribande, l’empito padano sarà teletrasmesso nella sua inevitabile cattiveria: “ Se gli Abruzzesi sono tutti come questo qui …”.
Nessun commento:
Posta un commento