lunedì 31 ottobre 2011

LE SCELTE DEGLI EMPI












Dicono far loro sragionando:
“La nostra vita è breve e triste;
non c’è rimedio quando l’uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dal regno dei morti.
Siamo nati per caso
E dopo saremo come se non fossimo stati:
è un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore,
spenta la quale, il corpo diventerà cenere
e lo spirito svanirà come aria sottile.
Il nostro nome cadrà, con il tempo, nell’oblio
e nessuno ricorderà le nostre opere.
La nostra vita passerà come traccia di nuvola,
si dissolverà come nebbia
messa in fuga dai raggi del sole
e abbattuta dal suo calore.
Passaggio di un’ombra è infatti la nostra esistenza
e non c’è ritorno quando viene la nostra fine,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
Venite dunque e godiamo dei beni presenti,
gustiamo delle creature come nel tempo della giovinezza!
Saziamoci di vino pregiato e di profumi,
non ci sfugga alcun fiore di primavera,
coroniamoci di boccioli di rosa prima che avvizziscano;
nessuno d noi sia escluso dalle nostre dissolutezze.
Lasciamo dappertutto i segni del nostro piacere,
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
Spadroneggiamo sul giusto, che è povero,
non risparmiamo le vedove,
né abbiamo rispetto per la canizie di un vecchio attempato.
La nostra forza sia legge della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile”.

dall’ Antico Testamento, Libro della Sapienza

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