venerdì 13 gennaio 2012

Un ceto politico clientelare e insensibile alle nuove questioni dell’ambiente e della salute

Vasto. Hanno deciso di non decidere

Coloro che tra i cittadini vastesi avessero avuto la sventura /sfortuna di assistere al consiglio comunale del 10 gennaio sulla questione delle Biomasse a Punta Penna (nuovi insediamenti non produttivi ma di produzione energetica e riconversione degli attuali insediamenti chimici), avrebbero potuto solo commentare con una frase dantesca: “mi ritrovai per una selva oscura” intendendo per oscura il grado del livello di confusione e di corruzione di una parte della societa’ in cui viviamo. Sulla storica questione che poniamo da moltissimi anni della contraddizione e della dicotomia che persiste su quella parte del territorio inizialmente industriale e che ora ha esaurito la sua funzione produttiva e di occupazione, e quella che si andava affermando come area protetta in linea con i cambiamenti climatici, di tutela e protezione, e che in questa nuova veste poteva reclamare un ruolo di interesse turistico per il futuro economico della intera zona, il ceto politico vastese si è incartato non decidendo apparentemente nulla, ma nella babele delle “diverse lingue e orribili favelle” e nelle distinzioni di posizioni di partiti liquidi, ormai prede di cosche speculative, ha dichiarato la sua impotenza di fronte ai padroni che per oltre 50 anni hanno privatizzato un’area sottraendola di fatto come bene comune pubblico ai cittadini vastesi, garantendosi rendite e profitti, impedendo e bloccando ogni processo che volgesse verso una economia ambientale di conservazione e di tutela come qualcosa di irriproducibile e insostituibile. Pensate solo a quante migliaia di anni la natura ha configurato Punta d’Erce! Il ceto politico attuale clientelare e per niente sensibile alle nuove questioni dell’ambiente e della salute, ha dichiarato sottomissione e sudditanza a chi favoleggia nuovi investimenti energetici e occupazioni secondo la convenienza del momento storico ed economico giocando sui ricatti occupazionali nel momento di grave crisi economica di quel vecchio loro modello industriale fallimentare. La mitica e moderna parola di “nuova energia” sara’ usata per continuare a dominare e saccheggiare per ancora 50 anni fino a quando una nuova parola magica sostituira’ quella di nuova energia. Il sindaco afferma con malcelata sicumera che in quell’area dovranno continuare a coesistere area industriale e area ambientale. Lui sa di dire cose non inesatte, ma che contrastano con la realta’ perche’ la storia di questi lunghi anni dichiara il contrario, ovvero che esse sono cose incompatibili. Qualcuno ha suggerito al Sindaco che la occupazione industriale a Punta Penna vanta il numero di 1100 addetti. Ci dispiace smentire il primo cittadino e chi gli ha fornito i dati. I miei riscontri sono molto distanti dalle cose dette dal Sindaco. Allo stato dell’arte in quell’area non lavorano che ottimisticamente 200 persone, non assunti se non in forma di cooperative, con gravi rischi per la salute e con salari ridottissimi. Fate le indagini e le inchieste e vedrete!. Non si è accorto nessuno che da oltre un quindicennio le imprese hanno delocalizzato le industrie verso paesi il cui costo del lavoro e i salari sono bassissimi e i vantaggi offerti dai governi (questa è la nuova Europa dei mercati e della competitivita’) ai nostri industriali sono enormi. Questo ha decimato i posti di lavoro a Punta Penna, e sull’area a causa di questo fenomeno sono nate le riconversioni commerciali prolificando capannoni (di questa occupazione parla il Sindaco?). L’industria manifatturiera non esiste, piu’ inutile illudersi! Come non esiste piu’ la marineria vastese, espulsa dall’avvento aggressivo di industrie piu o meno chimiche; una marineria ricca di pescherecci e di occupazione marittima, che per 40/50 anni ha rappresentato un settore economico tra i piu importanti e vitali della economia cittadina per qualita’. E cosa e’ diventata l’area di Punta Penna? Attualmente è un’area ad alto rischio ambientale e critico (Fox Petroli, Puccioni). Avete mai sollecitato, Voi, pubbliche autorita’ istituzionali e sanitarie un piano di emergenza e di evacuazione nel caso di incidente ambientale stante i serbatoi di oli combustibili e derivati, e serbatoi contenente acidi solforici? Non risulta a noi cittadini che sono state chieste verifiche e certificati per tutelare la citta’ e i residenti di Vasto e di quelli di Punta Penna! Vi siete mai interrogati sul fenomeno delle alghe rosse che per decenni hanno infestato tratti del mare vastese, e della anossia e scomparsa di forme di vita ittiche in questi anni? Non vi risulta che nel porto di Vasto per anni il mare ha inghiottito dei componenti chimici che le navi disperdevano scaricandoli? Area di Punta Penna e Porto annesso mi spiegate cosa è : zona residenziale, commerciale, industriale, artigianale, chimica, agricola, ambientale? A me in questi anni sembra essere diventata una sorta reclusario per le residenze, e il mare del porto una specie di discarica in cui sono state riversati scarichi di rifiuti prodotti dalle industrie. Le stesse industrie che le normative europee definiscono insalubri (contro la salute comune) e che sono ancora cola’ in attesa di riconversioni industriali verso nuovi impianti insalubri. Quei rifiuti erano composti con acidi di metalli pericolosi e cancerogeni come Mercurio, Cadmio, arsenico e altre similari, avvelenando e inquinando il mare, la flora e la fauna marina.
Dopo questo consiglio comunale il suo destino è segnato: una nuova speculazione finanziaria fondata sugli incentivi statali da regalare a chi investira’sulle energie alternative, che blocchera’ in modo definitivo i progetti pubblici di risanamento e il futuro di una nuova economia basata sulla tutele del paesaggio e della natura. Un ceto politico, lo abbiamo visto il 10 gennaio, incapace, inadeguato, incompetente garante di vecchi e nuovi interessi in contrasto con la accresciuta coscienza civile dei vastesi che si è svegliata con una forte mobilitazione nella difesa di Punta Penna contro i nuovi barbari del mercato e del neo liberismo che ha prodotto guasti profondi in questi 30 anni di dominio. Il governo cittadino è in perfetta linea di continuita’ con il berlusconismo, e con il neo governo Monti che mettera’ le mani sull’acqua pubblica, sui trasporti, sulla energia, liberalizzandoli, in contrasto con gli interessi pubblici dei cittadini che si sono espressi con i referendum di maggio.(27 milioni )!
Un altro dato importante è emerso da questo tumulto di lingue diverse del consiglio comunale: tutta la impotenza e la crisi della così detta sinistra alternativa rappresentata da SEL (sinistra e liberta’) e da Rifondazione comunista che non vuole ammettere di essere stata sconfitta per ben due volte in questa nuova amministrazione; quando la maggioranza PD ha gli ha respinto i 4 emendamenti proposti per il Parco della Costa Teatina, infliggendo una umiliazione bruciante che non sarà mai rimarginata; e la vicenda dell’impianto Histonia Energy che vede la responsabilita’ politica dell’assessore all’Ambiente di SEL che assieme agli amici del Comitato di gestione di Punta D’Erce espressero parere favorevole alla realizzazione dell’impianto a Punta Penna.
Sara’ bene che gli oltre 5000 firmatari dell’appello al No a Histon Energy e gli altri cittadini democratici ricordino la storia di questi turbolenti mesi. Quando la politica si dimostra impotente e incapace allora per la soluzione e risoluzione ci si rivolge alla magistratura amministrativa regionale (TAR) o al Presidente della Repubblica. E sappiamo come andra’ a finire!!! La vera risposta dei cittadini la cui sovranita’ su quel territorio spetta loro come bene comune pubblico e’ la occupazione per impedire la realizzazione dell’impianto.

IVO MENNA

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