Tutto cominciò con la festa nazionale dell’Idv di Tonino Di Pietro. Prima di allora non era mai successo che Palazzo d’Avalos, per gentile concessione del sindaco Lapenna, evidentemente estraneo a quella sensibilità di noi vecchi Vastesi, ospitasse una manifestazione di parte. Se il primo cittadino non capì allora, e continua a non capire, non glielo posso spiegare io. Così, col Tonino nazionale, sono arrivati visitatori non sempre rispettosi dell’ambiente che li ospita. Poi il crollo della balaustra posta a protezione dei giardini, causa prossima le recenti bufere, causa remota, forse, quel pizzico di incuria che ci caratterizza, e le crepe che interessano il cortile. Qualche domanda. Il Sindaco sta valutando l’opportunità che quest’anno la festa dell’Idv non abbia luogo a Palazzo? A scanso di critiche, stessa precauzione varrebbe per una ipotetica manifestazione del Pdl e del Pd. E ancora: perché non si provvede (lo vado ripetendo da anni) a stilare un elenco di tutti i beni storico-artistici conservati nelle sale e nei magazzini della dimora che fu dei D’Avalos? Chi ci garantisce che col passare del tempo quell’immenso patrimonio non si stia depauperando?
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