venerdì 30 marzo 2012

DOPO LE PRIME DUE USCITE TELEVISIVE DELLA TRASMISSIONE “RICAMBIO GENERAZIONALE”, ESPLODE LA CASELLA DI POSTA ELETTRONICA DEL MOVIMENTO

Ampio consenso da parte dei telespettatori nei confronti della provocazione del Presidente Antonio De Vincentiis sulla “abolizione delle giovanili di partito”. Se oggi i partiti hanno perso credibilità perché hanno abdicato il loro ruolo nella società, ancor di piu’ l’hanno persa i settori giovanili di partito soprattutto quelli che non hanno mai avuto il coraggio di dissentire dai propri quadri dirigenziali rispetto a temi fortemente caratterizzanti le problematiche giovanili.

Il parere di analisi di De Vincentiis è autorevole proprio perché partorito da chi ha compiuto tutta la “scalata” all’interno di un partito ed ha toccato con mano l’inefficacia dei settori giovanili rappresentati il piu’ delle volte solo da nominati che utilizzano la struttura partitica come trampolino di lancio per carriere personali; “io mi sono sempre scontrato” – sottolinea De Vincentiis – “con chi perfettamente allineato e coperto era per la creazione del “partito dei giovani dirigenti”, insomma, mi son trovato a sedere a piu’ tavoli con generali che comandavano truppe inesistenti”! “Oggi con ricambio generazionale” – continua De Vincentiis - “voglio, perché ne ho l’opportunità e la libertà, creare il contenitore e la casa dei giovani elettori”.

Il dato numerico emerso in trasmissione che legittima il peso politico, è che i Giovani Democratici, rappresentati in studio dal coordinatore regionale Marco Rapino, contano 1500 iscritti in regione, mentre per quanto concerne i giovani del PDL, in studio rappresentati da Davide Calcedonio Di Giacinto, il dato,come le previsioni meteo, non ci è pervenuto. A domanda chiara in trasmissione risposta non c’è stata. Ed allora quando al presidente De Vincentiis gli si chiede un commento in relazione alla grande partecipazione che c’è nel movimento e soprattutto l’eccezionale migrazione di giovani di partito e non in Ricambio Generazionale, risponde che sicuramente è per la bontà del progetto, per la credibilità delle facce che ne garantiscono la riuscita e l’impegno costante e, sorridendo, risponde che “troppo spesso i clienti/elettori non appartengono delle aziende/partiti ma dei bravi direttori commerciali che vivono il territorio.

Ricambio Generazionale tende verso quel 44%, da recente sondaggio sull’ipotesi di voto degli elettori incerti ma, piuttosto che subire passivamente politiche incondivisibili, ha deciso di pilotare il cambiamento con un progetto innovativo e reale senza essere "figli di alcuno" ma solo figli della nostra generazione.

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