martedì 16 ottobre 2012

TEATRO MARRUCINO, CHE FARE?


Sul Teatro Marrucino è stato detto tutto ed il contrario di tutto. Interpretazioni e fantasie tra le più assurde ma nessuno ha un’idea chiara di come esporre e come verificare quello che il Teatro ha fatto e farà.
Nel ricostruire le vicende proprio per cercare di fare chiarezza – esordisce Cesare Iacobucci segretario ideAbruzzo per Chieti - riteniamo utile partire dal debito fuori bilancio di 4,7 milioni di euro riconosciuto nel febbraio 2010. Considerando che la prima opera messa in scena dal Marrucino è del 1998 e facendo un rapporto tra i finanziamenti ricevuti e i debiti ci appare piuttosto improbabile che questo disavanzo possa essersi accumulato nella sola stagione 2006/2007 ma molto più verosimile che questo debito venga da lontano ovvero dall’intera gestione della Istituzione Deputazione Teatrale.
Sembra però, che tra quella stagione, alla fine della quale venne sciolta la Deputazione Teatrale, ed oggi ci sia stato il vuoto e invece c’è stata una gestione del Teatro e dei contributi pubblici che ha permesso di mantenere aperto e vivo il Teatro Marrucino fino al maggio del 2010. Questo spazio temporale, che doveva essere limitato a pochi mesi e che tutti ci auguravamo fosse il ponte tra la vecchia gestione e la “Fondazione Teatro Marrucino”, ha visto la realizzazione degli spettacoli con un costante controllo della spesa che ha permesso di non creare debiti per le casse del Comune di Chieti. Il Teatro vedeva allora impegnati per proprie produzioni oltre 100 lavoratori tra orchestra, coro, danzatori, amministrativi e tecnici e gli spettacoli erano messi in scena in Italia e all’estero in collaborazione con teatri importanti come il Teatro dell’Opera di Roma, e riprodotti in CD e DVD per case discografiche internazionali.
All’insediarsi dell’attuale Giunta, la scelta è stata quella di far risorgere l’Istituzione Deputazione Teatrale direttamente sotto il controllo dell’Amministrazione comunale, strumento che già in passato si è rivelato “pericoloso”. L’Istituzione, organismo ormai caduto in disuso da decenni negli altri teatri italiani, ha come difetto quello di gravare direttamente sulle casse del Comune (in quanto non ha ne posizione giuridica ne bilancio economico/patrimoniale autonomi), e soprattutto non permette, in un momento di acutissima crisi finanziaria dell’ente, di far entrare finanziamenti privati soprattutto in regime fiscale agevolato.
Noi di ideAbruzzo – chiude Cesare Iacobucci – riteniamo che la creazione di una Fondazione ONLUS che vedesse come primo socio fondatore e di diritto il Comune di Chieti sarebbe una realtà autonoma che metterebbe al riparo le casse del Comune da eventuali futuri problemi di natura finanziaria e aprirebbe la porta a nuovi finanziamenti privati in regime fiscale agevolato (ovvero detraibili dalle tasse) favorendo la collaborazione delle maggiori istituzioni pubbliche e private della città garantendo un certo e sicuro rilancio del teatro e soprattutto di tutto quell’indotto cittadino che è fortemente penalizzato dal notevole ridimensionamento delle maestranze e del personale impegnato.

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