Associazione civica Porta Nuova – Vasto
1. A oltre un anno dacché la nostra associazione sollevò per prima la
questione, un anno di proteste, petizioni, manifestazioni, appelli, assemblee, ricorsi,
delibere (all'unanimità) di Consigli provinciali e comunali, constatiamo con
rammarico che poco di concreto e di durevole è stato ottenuto: se
l'installazione della centrale a biomasse della Istiona Energy è stata –per
ora- bloccata, gli altri impianti ad alto impatto ambientale progettati nella
zona di Punta Penna (le altre due centrali a biomasse, di Puccioni, il
cementificio, l'impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi, sempre di
Puccioni) proseguono il loro iter autorizzativo. E altri, secondo alcune voci,
sarebbero in arrivo.
2. Non c'è
davvero bisogno di essere ambientalisti per avversare l'installazione in quella zona di
impianti, come quelli, che rappresenterebbero per la città un puro danno. Crediamo
che nessuna persona ragionevole e informata, a meno che non vi abbia un
interesse personale diretto, potrebbe essere a favore. E infatti in città la
gran parte della pubblica opinione si è chiaramente schierata contro.
Con tutto ciò, i vastesi devono sapere che il
rischio che questi –e altri- impianti vengano effettivamente installati è
forte, è concreto, ed è crescente.
3. Un modo per
venirne fuori c'è. Non più un atto di mera opposizione, ma una proposta, una proposta che
parte dal ragionamento seguente. È noto che la gran parte della zona
industriale ricade nella cosiddetta area
di protezione della riserva. Da ciò deriva che sull'assetto della zona
incidano, allo stato attuale, due distinti strumenti di pianificazione: il Piano Regolatore Territoriale (PRT)
dell'Area Industriale e il Piano di
Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Regionale. Una sovrapposizione che
è però ad oggi più apparente che reale: l'Art. 22 delle Norme Tecniche di
Attuazione (NTA) del PAN, concernente per l'appunto "l'area industriale
ricadente nell'area di protezione", è così blando e generico da permettere
sostanzialmente di tutto. Proponiamo di cambiarlo in senso restrittivo.
4. Un
cambiamento che sarebbe possibile, giacché è il Comune (a norna dell'Art. 22, comma
3, LR 38/96) che "predispone e adotta" le varianti al PAN; e sarebbe
efficace giacché, per lo stesso articolo di legge (comma 5), "le
prescrizioni del PAN [...] costituiscono vincolo per la pianificazione
urbanistica a livello comunale e sovracomunale". Un cambiamento che darebbe
finalmente un indirizzo chiaro all'assetto urbanistico della zona, che tutti a
parole dicono di volere; ma che suonerebbe come una sorta di rivoluzione
locale, andando a rompere un insieme di equilibri consolidati e a scontrarsi
con interessi di ogni sorta. Saremmo ben lieti di essere smentiti, ci pare
tuttavia improbabilissimo che un'idea siffatta trovi spazio in Consiglio
comunale.
5. L'unica
strada possibile, a questo punto, è quella del referendum cittadino. Proponiamo l'indizione e lo
svolgimento di un referendum propositivo cittadino (a norma dell'art. 26 dello
Statuto Comunale) il quale, modificando le NTA del PAN della Riserva Regionale
di Punta Aderci, impedisca l'installazione nella zona di altre industrie ad alto
impatto ambientale, nonché l'ampliamento di quelle esistenti. Il referendum propositivo cittadino è il
più diretto, il più efficace e, a questo punto, anche il solo strumento che
abbiano i cittadini per far sentire la propria voce.
Il testo del quesito referendario proposto è in
allegato.
6. Il primo
passo in questa direzione è la costituzione del Comitato Referendario. AD ESSO
CHIAMIAMO AD ADERIRE TUTTE LE ASSOCIAZIONI, I MOVIMENTI, I PARTITI, I
SINDACATI, I PRIVATI CITTADINI CHE CONDIVIDONO QUESTA CAUSA. L'indizione e lo svolgimento del referendum sarà l'unico
scopo e l'unico vincolo del comitato.
Chiunque voglia aderire è invitato a comunicarlo
all'indirizzo: portanuovavasto@gmail.com
Per informazioni:
328.55.17.274
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