Il 21 ottobre del 1860, a Vasto, si svolse il plebiscito per
l’annessione al Regno Sabaudo: il risultato era scontato, infatti stravinsero i
“si” (su 2804 “allistati” – iscritti alle liste elettorali – votarono 1952,
solo due i “no”). Il successo dei “si”,
fortemente voluto dal Partito Liberale, guidato a Vasto da Silvio Ciccarone
senior, fu festeggiato nei giorni
seguenti davanti al Palazzo Ciccarone, lungo quella strada che in
seguito si chiamerà “Corso Plebiscito”.
Ricordo questo episodio della storia vastese perché già da
un anno il FAI ha mostrato un insperato interesse per quel “Palazzo” del
notabilato locale, chiedendone la salvaguardia insieme alla messa in sicurezza
della biblioteca e archivio di famiglia che, forse non tutti sanno, contiene
documenti di grande valore storico come il carteggio tra Ciccarone e Spaventa.
In più occasioni mi sono permesso di avanzare una proposta,
per la verità già illustrata in Consiglio Comunale, non solo per salvare il
patrimonio storico dei Ciccarone, ma anche per aprirlo ai cittadini,
consentirne le visite e le consultazioni bibliografiche. Ho parlato, allora, della possibile creazione
di una “Fondazione Ciccarone” e la trasformazione del Palazzo di Corso
Plebiscito in un MUSEO del RISORGIMENTO.
Dai giorni della prima proposta e dal successivo tentativo di raccolta di
firme tramite un blog locale e la collaborazione di un amico, non si sono
registrati altri interventi. A rompere il silenzio è intervenuta, però, la proposta del FAI lo scorso
anno, ed oggi la notizia che la messa in sicurezza del Palazzo Ciccarone occupa
il terzo posto in Regione tra le opere da salvare.
Non riesco ancora a rassegnarmi che a Vasto ci sia così poco
interesse per una grande pagina di storia locale, densa di avvenimenti
fortemente intrecciati con il convulso periodo preunitario che ha tanto
coinvolto questo lembo dell’ex Regno delle due Sicilie.
Oggi qualcosa si muove: mi auguro che l’occasione non cada
nel vuoto.
NICOLANGELO D’ADAMO
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