venerdì 15 marzo 2013


Diritti sessuali e riproduttivi: a chi giovano?

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(di Dina Nerozzi) Il 5 febbraio 400 membri del Parlamento inglese ha votato a favore della ridefinizione di matrimonio, solo 175 membri hanno detto no al diritto al “matrimonio gay”. 
Qualcuno si chiede che senso ha, in un momento di crisi come quello attuale, forzare su un argomento così controverso. Il problema è che questo “progresso” è imposto dall’Europa già dal 2007 (Anno delle Pari Opportunità per tutti) e, dunque, c’è il fondato timore che anche il nuovo governo italiano cercherà di forzare la mano facendo passare nei primi mesi di legislatura la «rivoluzione di genere» quella che abolisce “ope legis” la polarità maschile e femminile. La cosa in sé ha i contorni della pura follia, ma per capire il fenomeno è essenziale cercare il razionale del problema agli occhi di chi si è posto alla testa del movimento che ha dichiarato guerra alla natura.
 1. Già nel 700 l’Inghilterra aveva dato l’allarme su come il futuro si presentava apocalittico a causa della scarsità della produzione alimentare: fame, malattie, lutti e distruzione a causa dell’aumento della popolazione. Si sono verificate le tremende profezie di Malthus? No. La produzione alimentare è talmente aumentata ed è talmente sovrabbondante da dover essere distrutta per non far crollare i prezzi del mercato.
2. Ora siamo alle solite, dall’Inghilterra parte l’allarme accorato di Sir David Attenborough: il pianeta soffre a causa della razza umana vista come «la peste della Terra» (http://uk.news.yahoo.com/sir-david-attenborough-warns-that-humans-are–a-plague-on-the-earth—110250496.html). Per salvare la Terra è necessario ridurre la popolazione dagli attuali 7 miliardi a circa 2. Chi saranno i fortunati a essere risparmiati? Non è dato sapere, ma si potrebbe anche intuire. Ricetta per risolvere il problema di una popolazione intesa come un batterio replicante che sta devastando la bellezza del creato:
1. Ridurre le nascite (contraccezione, aborto, omosessualità sterile per definizione, difficoltà per le giovani coppie a creare una famiglia, precariato del lavoro).
2. Eliminare le vite ai margini, che sono costose, con l’eutanasia (che ha anche il pregio di ridurre i costi delle cure e quelli di un sistema pensionistico in fase preagonica).
Ridurre la popolazione è il grido di guerra che rimbomba nei palazzi che contano a partire dal palazzo di vetro dell’ONU. A ben guardare però si intravedono alcuni risvolti interessanti della vicenda che mettono in luce gli aspetti economici di quella che, di primo acchito, può sembrare una pazzia. La guerra al batterio uomo può diventare fonte di immensi guadagni (a breve termine), oltre che un metodo di riduzione dei costi dello stato. L’industria farmaceutica ha tutto da guadagnare da un’impostazione della questione in questo modo: vende i prodotti per la contraccezione, quelli per l’aborto, quelli per la procreazione medicalmente assistita, un guadagno colossale e a livello planetario. È il filone interessante di come rendere le persone sane soggetto di cure, da aggiungere alla lunga lista delle cure da fornire a quelle ammalate. Diritti sessuali e riproduttivi per tutti è lo slogan che rimbalza da nord a sud, da est a ovest.
Qualche volta il contraccettivo non funziona, niente paura c’è l’aborto libero e sicuro e anche lì è un fiorire dell’industria dell’aborto a livello globale (in Italia a spese del SSN). Poi arriva il momento in cui si desidera un figlio e, dopo anni di contraccettivi, si scopre che il figlio non arriva. Allora bisogna ricorrere alle cure mediche, farmacologiche e chirurgiche, il tutto a spese del SSN perché la salute sessuale e riproduttiva è il fiore all’occhiello della nuova ideologia che ha dichiarato guerra alla natura. (Dina Nerozzi)
da Corrispondenza Romana

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