sabato 23 marzo 2013

QUANDO A VASTO PER LE PRECEDENZE DELLE PROCESSIONI CI SI DENUNCIAVA



 All’indomani dell’Unità d’Italia, nel 1867, mons. Giuseppe Spataro venne nominato Vicario Generale della ripristinata Diocesi di Vasto e resterà in carica nove anni. Purtroppo la nomina di un vastese Vicario Generale non fece cessare  le rivalità tra le arcipreture di S. Maria Maggiore e di S. Pietro, sostenute dalle potentissime Congreghe del SS. Sacramento delle due chiese maggiori. Per la verità quelle rivalità erano molto antiche ed erano temporaneamente cessate all’indomani della soppressione dei due Capitoli  nel 1808, quando vennero riuniti nell’unico Capitolo Collegiale di S. Giuseppe. Ma le rivalità tra Capitoli e Congreghe e tra Congreghe riesplosero violentemente nella seconda metà dell’Ottocento al punto che dovrà intervenire il Tribunale  Civile e Correzionale di Lanciano, con sentenza del luglio 1889, per dirimere un problema di precedenze delle processioni religiose dando ragione alla Congrega di S. Maria Maggiore. Ma la sentenza non risolse il problema e l’anno successivo ci furono disordini in occasione della nomina del nuovo arciprete. Ormai la popolazione era divisa in “Mariani” e “Petroni”. Ovviamente dietro i vecchi rancori si celavano enormi interessi patrimoniali da far valere che erano in mano alle Congreghe e non ai Capitoli. Ancora peggio andarono le cose nel 1921 quando comparvero addirittura le armi e l’Arcivescovo Mons, Nicola Monterisi scomunicò il Priore di Santa Maria Maggiore per aver autorizzato la processione di San Michele da quella chiesa parrocchiale mentre lui aveva riconosciuto il cosiddetto “ius processionandi” alla chiesa della Madonna del Carmine.
Questi fatti spiacevolissimi erano dovuti anche all’anomala situazione della Diocesi di Vasto che, eretta con Bolla papale nel 1857, non ebbe mai un suo Vescovo e continuava ad essere amministrata dall’Arcivescovo di Chieti (con il titolo canonico di “Amministratore Perpetuo della Diocesi di Vasto”, la Diocesi di Vasto era suffraganea) che spesso utilizzava gli enormi lasciti alle parrocchie di Vasto anche per le necessità delle parrocchie del chetino e ciò creava un diffuso risentimento.
Per la verità il 24 agosto dell’82 l’Arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Vincenzo Fagiolo, riuscì a ripristinare la Diocesi di Vasto e a diventarne il primo Vescovo, ma due anni dopo fu richiamato a Roma per un importante incarico di Curia (diventerà poi Cardinale) e la Diocesi di Vasto non solo non ebbe più un Vescovo, ma fu anche soppressa definitivamente.

NICOLANGELO D’ADAMO

Nessun commento:

Posta un commento