Una città in ginocchio e tanta,
tanta arroganza. Il sindaco di Taranto non sente neanche il dovere di chiedere
scusa ai Tarantini per il trasporto pubblico che va avanti a singhiozzo da tre
settimane e, parallelamente, gli operatori telefonici dell’azienda di trasporti
non sanno far di meglio che rispondere in malo modo a chi chiede notizie.
“Quando riprenderà la regolarità del servizio, quando finirà la vertenza?”.
Macché: poco ci manca che ti mandino a quel paese. Una città, Taranto, che già
pullula di turisti (quanti dall’Estremo Oriente) e che non riesce ad essere
all’altezza della situazione. D’altra parte, parliamoci chiaro, Stefàno (che
palle questo cognome che pare un nome di battesimo) ha raggiunto il suo secondo
mandato e, pistola alla cintola, aspetta tra quattro anni una degna promozione:
Taranto, intanto, aspetta tempi migliori e affonda. A proposito, cari
concittadini, domenica si celebrano i referenda. Mi raccomando.
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