sabato 8 giugno 2013

IL BUON SAMARITANO NON E’ PASSATO A COSENZA



La solitudine di massa nella società liquida

Le immagini sono state trasmesse più volte dalle televisioni. A Cosenza, un autista stende con tre o quattro cazzotti un povero vecchietto, che rimane sull’asfalto nell’indifferenza della gente. Ecco, il punto è proprio questo: la maleducazione, la vigliaccheria, la barbarie di cui ha dato prova il conducente dell’autobus sono un fatto isolato, personale, riconducibili ad un solo uomo.
Quello che fa riflettere, e raccapricciare, è l’insensibilità umana di chi passa, guarda e si gira dall’altra parte. Evidentemente le parabole evangeliche, in particolare quella del buon samaritano, a distanza di duemila anni, non ci hanno insegnato ancora nulla, non hanno scavato nel nostro animo, nel nostro modo di essere. Ti viene da pensare che puoi crepare in piazza Duomo a Milano, all’ora di punta, o a piazza Rossetti, nella nostra Vasto, in mezzo all’andirivieni di persone indaffarate, che non hanno il tempo, la voglia o la capacità di tenderti la mano. A me, francamente, guardando la tv, ha fatto più male quell’egoismo di massa, elevato a sistema sociale, che non il gesto dell’energumeno, magari nel frattempo pentito della sua pirlata.
Ti viene da pensare che è meglio non avere bisogno di nessuno, ti viene da pensare che fanno tutti così e che non c’è rimedio.

Giacinto Zappacosta   

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