Palloni, pallonate e pallonari
È l’ultima frontiera,
il mai sperimentato prima. La politica che si involve in abbonamenti, devoluti
ai tifosi, per assistere alle partite di calcio. La peculiarità risiede nel
fatto che il donante, abile e scaltro, non ha tirato fuori di tasca nemmeno un
centesimo, preferendo attingere ad interessanti sovvenzionamenti pubblici. Il
calcolo è semplice: un voto per abbonamento, e la prossima elezione è
assicurata. Ideali, programmi, cose da proporre e da fare? Metodologie superate
e condannate dalla storia. Al tramonto delle ideologie sta facendo seguito il
crepuscolo della politica, quell’arte, o scienza, che una volta verteva sul moralmente bello e sul giusto (Aristotile), il cui
disfacimento trascina seco dignità e capacità di discernimento. Non s’indigna e
non si schifa più nessuno, nemmeno il cronista di turno, tetragono alle regole
logico-grammaticali, involuto a sua volta in un utile ruolo di reggi-microfono.
Mentre abbondano espressioni del tipo “ né…e né, sia…e sia”, che con l’uso pletorico
(inconsapevole) della congiunzione hanno ucciso la lingua italiana, siamo
condannati ad assistere, gratuitamente, almeno, ai giochi circensi. Terminato
il pane, rimangono solo quelli.
Giacinto
Zappacosta
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