venerdì 7 febbraio 2014

VASTO: CULTURA E CITTA’

In tempi di ristrettezze economiche, soprattutto gli Enti Pubblici periferici devono fare delle scelte rigorose per utilizzare al meglio le scarse risorse disponibili. Le scelte rigorose presuppongono sempre una scala di priorità, fissata in ragione di un modello di crescita sociale e culturale della società che si amministra, votata dalla cittadinanza. Se si condivide questa premessa, veniamo al dunque. A Vasto, come in tutti i comuni d’Italia, i trasferimenti di fondi dal governo centrale si sono ridotti al lumicino e l’imperante crisi economica ha bloccato, da noi, anche una tradizionale risorsa per le casse comunali costituita dagli oneri che venivano pagati dai costruttori, fin troppo impegnati negli anni scorsi. Risultato: ogni anno la compilazione del bilancio preventivo diventa un rebus inestricabile. Alla fine un bilancio, pur che sia, si approva con tagli e sforbiciate che però a mio avviso non rappresentano la logica conseguenza di quella scala di priorità di cui in premessa.
Mi spiego e sottolineo che parlo a titolo personale.
Quando le previsioni economiche sono così negative e,  per rimpolpare le entrate, incontra tante resistenze persino l’introduzione di una misera tassa di soggiorno  ( 1 euro al giorno), la logica di cui si parlava all’inizio vorrebbe che si cominciassero a tagliare  soprattutto i finanziamenti destinati a feste e festicciole estive, a esclusivo beneficio degli operatori turistici che potrebbero pertanto autofinanziarsele.

Il poco che c’è dovrebbe essere destinato, invece, alla crescita culturale, soprattutto giovanile, di questa città. Faccio un esempio: ha poco senso gridare “al lupo, al lupo” ad ogni atto vandalico, per i tanti comportamenti ineducati o, peggio, per gesti sconsiderati e criminali, dei quali tanto si occupano le cronache cittadine, e tutti ad invocare l’unico rimedio più semplice e più ipocrita: altra polizia, altri carabinieri. Il rispetto della cosa pubblica, il rispetto della natura, la lotta alla sciatteria diffusa nascono dall’educazione, dalla crescita culturale della società. A questo compito sono chiamati certo i genitori e gli insegnanti, ma anche l’Ente Comune deve fare la sua parte, e che parte! Cominciando innanzitutto dalla difesa e dalla promozione delle Istituzioni Culturali con i loro appuntamenti finalizzati a conoscere, studiare ed amare il territorio e la sua storia. A Vasto siamo riusciti a salvare tre Istituzioni culturali che senza clamore, ma con passione e competenza hanno assolto e assolvono da anni a compiti formativi di primaria importanza. Mi riferisco alla Scuola Civica Musicale, al Teatro Rossetti e al Centro Europeo di Studi Rossettiani. I risultati formativi di quelle attività culturali non sono quantificabili in termini commerciali o materiali, come pur si sente dire, ma con ben altri parametri valutativi. Orbene, i finanziamenti destinati a queste tre Istituzioni diminuiscono di anno in anno mettendone in forse l’esistenza. Mi auguro che questo trend si interrompa e l’Amministrazione comunale faccia di tutto per farle sopravvivere, magari sacrificando qualche manifestazione estiva. E’ vero che “carmina non dant panem”, ma guai a noi se pensassimo solo alla pancia.

Nicolangelo D'Adamo

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