In tempi di ristrettezze
economiche, soprattutto gli Enti Pubblici periferici devono fare delle scelte
rigorose per utilizzare al meglio le scarse risorse disponibili. Le scelte
rigorose presuppongono sempre una scala di priorità, fissata in ragione di un
modello di crescita sociale e culturale della società che si amministra, votata
dalla cittadinanza. Se si condivide questa premessa, veniamo al dunque. A
Vasto, come in tutti i comuni d’Italia, i trasferimenti di fondi dal governo
centrale si sono ridotti al lumicino e l’imperante crisi economica ha bloccato,
da noi, anche una tradizionale risorsa per le casse comunali costituita dagli
oneri che venivano pagati dai costruttori, fin troppo impegnati negli anni
scorsi. Risultato: ogni anno la compilazione del bilancio preventivo diventa un
rebus inestricabile. Alla fine un bilancio, pur che sia, si approva con tagli e
sforbiciate che però a mio avviso non rappresentano la logica conseguenza di
quella scala di priorità di cui in premessa.
Mi spiego e sottolineo che parlo
a titolo personale.
Quando le previsioni economiche
sono così negative e, per rimpolpare le
entrate, incontra tante resistenze persino l’introduzione di una misera tassa
di soggiorno ( 1 euro al giorno), la
logica di cui si parlava all’inizio vorrebbe che si cominciassero a tagliare soprattutto i finanziamenti destinati a feste
e festicciole estive, a esclusivo beneficio degli operatori turistici che
potrebbero pertanto autofinanziarsele.
Il poco che c’è dovrebbe essere
destinato, invece, alla crescita culturale, soprattutto giovanile, di questa
città. Faccio un esempio: ha poco senso gridare “al lupo, al lupo” ad ogni atto
vandalico, per i tanti comportamenti ineducati o, peggio, per gesti
sconsiderati e criminali, dei quali tanto si occupano le cronache cittadine, e
tutti ad invocare l’unico rimedio più semplice e più ipocrita: altra polizia,
altri carabinieri. Il rispetto della cosa pubblica, il rispetto della natura, la
lotta alla sciatteria diffusa nascono dall’educazione, dalla crescita culturale
della società. A questo compito sono chiamati certo i genitori e gli
insegnanti, ma anche l’Ente Comune deve fare la sua parte, e che parte! Cominciando
innanzitutto dalla difesa e dalla promozione delle Istituzioni Culturali con i
loro appuntamenti finalizzati a conoscere, studiare ed amare il territorio e la
sua storia. A Vasto siamo riusciti a salvare tre Istituzioni culturali che
senza clamore, ma con passione e competenza hanno assolto e assolvono da anni a
compiti formativi di primaria importanza. Mi riferisco alla Scuola Civica
Musicale, al Teatro Rossetti e al Centro Europeo di Studi Rossettiani. I
risultati formativi di quelle attività culturali non sono quantificabili in
termini commerciali o materiali, come pur si sente dire, ma con ben altri
parametri valutativi. Orbene, i finanziamenti destinati a queste tre
Istituzioni diminuiscono di anno in anno mettendone in forse l’esistenza. Mi
auguro che questo trend si interrompa e l’Amministrazione comunale faccia di tutto
per farle sopravvivere, magari sacrificando qualche manifestazione estiva. E’
vero che “carmina non dant panem”, ma guai a noi se pensassimo solo alla
pancia.
Nicolangelo D'Adamo
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