Ridateci la Prima Repubblica, con
le sue ruberie e con la sua corruzione. Tra una tangente e l’altra, c’era
almeno spazio per un interesse superiore rispetto a quello meramente personale
ed egoistico, vale a dire la dazione per il partito, per la causa. Per
l’ideale, si passi il termine. Tramontate le ideologie, le forti passioni,
coinvolgenti e aggreganti, la figura del segretario sbiadisce a favore di
quella del tesoriere, lo statuto interno è soppiantato dalle condizioni che
regolano il conto corrente e i probi viri stanno praticamente a spasso, perché
la morale non esiste più. Prendiamo i Padani, che come noto sono gli abitanti
della Padanìa: li immaginavamo superiori antropologicamente, tutto il contrario
del farabuttismo democristiano e socialista vigente all’epoca in cui portavamo
i calzoni corti e usavamo la crema Nivea come dopo-barba. E invece no, perché
li scopriamo del tutto simili a noi, anzi più furbetti di noi; ancora meglio,
più pirlotti di noi, tanto da beccarsi un avviso di garanzia del tipo “paghi
uno e prendi tre”, tre quanto sono i membri maschi della famiglia Bossi.
Giacinto Zappacosta
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