sabato 15 marzo 2014

RISERVA NATURALE o PERCORSO CICLO-PEDONABILE: UN FALSO PROBLEMA

Necessaria premessa è chiarire, al di là di ogni ragionevole interpretazione, che le scriventi
Associazioni non intendono affatto essere considerate e/o rappresentare un fronte del NO alla
pista ciclo-pedonabile progettata all’interno della Riserva Regionale di “Punta Aderci”. Anzi, si è
dell’idea che l’intervento potrebbe rappresentare una valorizzazione dell’Area Protetta.
Pur tuttavia, come già formalmente espresso durante diversi incontri associativi, si ribadisce una
decisa contrarietà alla ipotesi di realizzare una parte del percorso, di circa 2,5 km, sull’extracciato
ferroviario che va da Torre Sinello a Mottagrossa (cioè tra le due sbarre di accesso allo
stesso).
Le motivazioni della non condivisione di tale percorso sono tante ed alcune hanno trovato
concretezza piena il 2 marzo scorso, durante la passeggiata svoltasi in occasione della Giornata
delle Ferrovie dimenticate organizzata dalla Sezione di Italia Nostra di Vasto.
Si elencano, succintamente, le ragioni della non condivisione di quanto attualmente in Progetto:
1) Evitando di ricordare diverse pubblicazioni divulgative, è ormai noto a tutti che il tratto nord
della costa vastese resta l’unico lembo di territorio della Costa Teatina non interessato da
interventi antropici e conserva appieno una naturalità esclusiva. La sua pregevole e rara
morfologia, inoltre, permette all’unisono la conservazione naturalistica e la fruibilità. Dette
caratteristiche, assai uniche, ne hanno fatto un luogo amabile ed accattivante, tant’è che viene
frequentato durante tutto l’anno, sia da locali che da turisti, malgrado le usuali difficoltà
intrinseche ai sentieri ecologicamente compatibili.
2) E’ evidente che la realizzazione di una pista ciclo-pedonabile, che tipologicamente verrà
annoverata come strada, al di là degli ipotizzabili impatti e trasformazioni paesaggistiche, ma
non solo, priverebbe per sempre la Riserva dell’unico vero Sentiero naturalistico, come
debitamente già indicato nella segnaletica, giusta enunciazione del punto V7 dell’art. 12 del
PAN che prevede “Sentiero naturalistico – coincide con il tracciato antico dell’ex-ferrovia;” e in
“V7 – Sentiero naturalistico – sono consentite tutte le opere atte necessarie all’espletamento di
attività didattiche, a consentire attività di sorveglianza e di studio scientifico all’interno della
Riserva.”.
3) Pertanto ed anche in considerazione di quanto riportato nell’art. 9 del PAN, relativo alla
Zonazione, ove è previsto che la Zona B1, che include l’ex-tracciato ferroviario, è di rilevante
interesse naturalistico (tant’è che tra gli usi e le attività consentite (art. 14) non si riscontra la
possibilità di realizzare una pista ciclabile), è ragionevole presupporre una non idonea
interpretazione del Piano di Assetto Naturalistico (PAN), seppur i Progettisti citino una
verificata compatibilità.
4) Lo Studio di Fattibilità Ambientale incluso nel Progetto non sembra, almeno così come è stato
redatto, che possa annoverarsi come una Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), così
come il mero richiamo di generiche valutazioni non possono fare concludere che gli effetti
dell’intervento non influenzeranno in maniera significativa o sostanziale il Sito di Interesse
Comunitario (SIC).
Infatti, la Valutazione di Incidenza , così come indicato nella Dir. 92/43/Cee recepita con il
DPR n. 357/97, nella intervenuta modifica dell’art. 5 con l’art. 6 del DPR n. 120/03 ha
specificatamente previsto che “nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere
conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti
di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione”
Essa è un preventivo strumento di salvaguardia che tende ad evitare l’approvazione di
“progetti” che possono confliggere con la tutela di ecosistemi meritevoli di conservazione.
Ora, il SIC IT 7140108 Punta della Penna- Punta Aderci, che include appieno la Riserva,
certamente si annovera tra quelli ad elevata valenza ambientale, per specie ed habitat, e
presenta vulnerabilità ad opera di infrastrutture turistiche periferiche ed una eccessiva
viabilità. Pertanto, deve essere redatta una adeguata VIncA, propedeutica a qualsivoglia
intervento e contestualmente inclusa nella documentazione progettuale che viene sottoposta
ad approvazione.
5) L’area in questione è naturalmente sottoposta, in quanto falesia, ad una progressiva erosione.
Adesso, però, la mancata manutenzione delle opere di contenimento e drenaggio idrico
nonché gli eccezionali eventi atmosferici, hanno alquanto incrementato il dissesto
idrogeologico. Infatti, durante la passeggiata di Italia Nostra, i partecipanti hanno potuto
chiaramente verificare la gravità degli smottamenti e la presenza di imponenti frane che
ipotecano la stessa fruibilità dei luoghi, tant’è che la COGECSTRE ha affermato in una sua nota
del 25.02.14 “Pertanto, per quanto di nostra competenza, riteniamo che in questo momento il
sentiero non sia utilizzabile per manifestazioni pubbliche si auspica una chiusura in attesa del
ripristino dello stato dei luoghi
Si sottolinea che negli ultimi anni, dopo la rimozione della ferrovia, pur rimodellando la Natura
i luoghi a suo piacimento, la fruibilità non si è mai interrotta. Nostro timore è che, a seguito
dell’apertura di un eventuale cantiere, una delle frane già visibilmente attive o altre in
formazione potrebbero rendere la zona non più percorribile per motivi di sicurezza avulsi dal
contesto ambientale. Come non considerare, poi, i sicuri costi aggiuntivi che ne deriverebbero,
la cui reperibilità resta del tutto incerta, che si andrebbero a sommare a quelli, non pochi, già
urgentemente necessari per il ripristino e non dettagliati nel Progetto.
6) Nelle Relazioni progettuali si accenna ad espropri, ma nulla si riferisce in merito alle modalità
di accesso a quei terreni coltivati circostanti la pista. Considerato che non ci risulta un
coinvolgimento dei proprietari, si esprime perplessità.
Per le riflessioni di cui sopra ed altre che si omettono per non tediare, si ritiene che il Progetto
debba essere compiutamente rielaborato, tenendo debitamente da conto la possibilità di
spostare il tratto “contestato” su percorso alternativo che, come già verificato dalle scriventi,
sembrerebbe possibile.
Da ultimo merita chiarire che il Sig. Francesco Famiani, Presidente della Sezione CAI di Vasto, cui si
esprime sincero ringraziamento per il coinvolgimento delle Scriventi nella discussione sul Progetto,
non è il Rappresentante delle Associazioni in seno al Comitato di Gestione della Riserva.
Infatti, lo Stesso non è stato indicato da un Forum delle Associazioni, ma direttamente dell’Ente
Gestore (comune di Vasto).
Quindi, appare logico e necessario che la discussione debba coinvolgere, prima di decisioni
conclusive, le Associazioni che da sempre manifestano la Cultura per il Territorio nonché altre
ugualmente portatrici di interessi, quali quelle degli imprenditori agricoli e turistici.
Quanto sopra permetterebbe di recuperare una partecipazione che non è stata attivata.


ARCI PORTA NUOVA FAI ITALIA NOSTRA COMITATO CITTADINO

Tutela del Territorio

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