lunedì 26 maggio 2014

ALBA TRAGICA



Ci siamo svegliati, stamane, con un vago senso di cupa preoccupazione. A ben pensarci, però, devo parlare in prima persona singolare: io mi sono svegliato con questo stato d’animo, dacché gli altri, gli Italiani, si sono espressi. Gli elettori hanno detto sì alla precarizzazione ulteriore del rapporto di lavoro, allo strapotere delle banche, alla politica che premia parentele e lineamenti fisiognomici (Madia). Come al solito, sono in minoranza e mi abbandono alla geremiade tutta mia, personalissima. Ma chi ha accettato questo stato di cose non può imprecare, né adesso né in avvenire. A breve, assisteremo alle squallide scene di sempre, quelle che non scandalizzano più nessuno, l’anabasi dei vinti sul carro del vincitore, il trionfatore che tende loro la mano, noncurante di quel minimo etico oramai sfumato a favore del piccolo cabotaggio nel quale navigano le consorterie e gli affarismi. 
 
G.Z.

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