È legittimo che chi –come il cav.
Cesare Puccioni- ha interessi diretti sul porto e sulla zona industriale faccia
il possibile per difenderli e incrementarli. Naturalmente molti, probabilmente
i più, hanno interessi diversi. È normale
tra interessi divergenti che si dia un conflitto. Ciò che non è normale è che
la politica si sottragga al suo
ruolo di mediazione fingendo semplicemente che i conflitti non esistano. Ci
riferiamo a due fatti specifici:
a) la perfetta acquiescenza
dimostrata dalle Istituzioni (Comune e Regione) nonché dalle forze
politiche locali verso gli interessi degli industriali nella vicenda del
progetto di raddoppio del porto di Punta Penna, che è stato approvato in
blocco, all'unanimità e senza discussione alcuna in Consiglio regionale; e
quasi altrettanto è avvenuto in Consiglio comunale[1]. Del
resto, a Vasto –caso unico al mondo- il Consorzio Industriale non gestisce
anche una Riserva Naturale?
b) le dichiarazioni a favore
dell'istituzione del Parco Nazionale da parte di quelle stesse forze politiche che senza battere
ciglio hanno approvato il raddoppio del porto.
Chi, in buona fede, non rileva qui una palese incongruenza mostra di
non aver capito cosa sia un Parco Nazionale. Con l’istituzione di un parco
nazionale non si perimetra in Italia semplicemente uno spazio geografico, si fa
qualcosa di più complesso e impegnativo: si individua e si regola un ambito
locale all’interno di un progetto di interesse nazionale che lo riguarda nel
suo insieme. Un parco nazionale non è solo un progetto di conservazione
ambientale, ma anche un progetto economico e sociale. Nelle parole di uno dei
maggiori esperti del settore: “L’istituzione di un parco naturale è una
relazione che si stabilisce tra società locale e società nazionale sullo
sfondo, appunto, di un progetto locale: una immagine dell’evoluzione
dell’economia locale […]
Gli obiettivi della conservazione e dello sviluppo locale saranno raggiunti
soltanto se l’intero sistema di regolazione del territorio del parco
sarà coerentemente orientato al loro raggiungimento”[2].
Esattamente il contrario di quanto localmente si è fatto per decenni, e
si continua a fare tuttora.
Il Parco Nazionale è un
elemento completamente estraneo alla cultura del ceto politico locale, che
se l'è visto piovere addosso ad opera di due codicilli inseriti dal Sen.
Staniscia nella 334/97 e poi nella 93/01. Da allora la Regione che i Comuni
interessati hanno fatto il possibile per sabotarlo, fino a che, messi alle
strette (si tratta pur sempre di leggi dello Stato) l'una e gli altri, più o
meno di concerto hanno elaborato (settembre 2011) una perimetrazione surreale (il
cosiddetto "parco a isole"), che non faceva altro che cambiare di
nome alle aree protette già esistenti, ribattezzandole "Parco
Nazionale". Al di là delle polemiche contingenti, il principio seguito da Febbo (PdL) e da Legnini (PD) –benché le
associazioni ambientaliste locali[3]
abbiano criticato il solo Febbo- è stato
identico: “siamo per una perimetrazione ristretta che si basi sulle aree
già protette”[4] (Legnini). Va da sé che il
principio è stato applicato a Vasto pressoché alla lettera, con esiti talora
grotteschi: si pensi che per un tratto il Parco Nazionale si riduceva ai binari
(!) della ferrovia dismessa...
Una proposta così assurda, pur
incontrando la convinta approvazione di Confindustria[5], non
poteva che essere respinta dal Ministero. Sicché la Regione, costretta a far
buon viso a cattivo gioco, si trovò ad avanzare (novembre 2013) una seconda proposta, un po' più
estensiva, di cui non è mai stata resa pubblica la mappa. Nessuno, ma proprio nessuno, da allora ne parla più.
Lasciamo al lettore la risposta
sul motivo di tanto silenzio, e rendiamo pubblica la mappa[6].
Associazione Porta Nuova-Vasto
[2] Antonio Calafati, Conservazione e sviluppo locale nei parchi
naturali: un’agenda di ricerca, Università degli Studi di Ancona – Dipartimento di Economia, Quaderni
di Ricerca n. 173 - Settembre 2002.
[3] Che pure in precedenza avevano preparato, e
pubblicato, l'unica proposta decente al riguardo.
[4] Il Centro,
15.09.2011.
[5] "Il Parco a isole piace a Confindustria", Il Centro, 22.09.2011.
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