lunedì 19 maggio 2014

Elezioni regionali: questioni di fatto e sconsigli per gli acquisti / 3


La qualità dell'aria

 L'ultima, estemporanea, rilevazione diretta della qualità dell'aria nel Vastese, effettuata a Punta Penna dal 1° al 26 febbraio 2012, ha dato esiti non rassicuranti[1]. Ma nessuno pare curarsene più di tanto. Non è una novità. Da sempre, in ambito locale, la questione della qualità dell'aria è ampiamente sottovalutata. Viviamo, tra San Salvo ed Atessa, nel mezzo di una delle aree industriali più consistenti del Meridione, capace di un potenziale inquinante davvero considerevole sia per le dimensioni degli impianti (Sevel, Pilkington, turbogas di Gissi etc) che per la pericolosità intrinseca di talune attività (Laterlite, Stogit, Sabino Esplodenti, etc). Ma non sappiamo che cosa stiamo respirando. Non l'abbiamo mai saputo.

 

Il Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell'Aria, approvato nel settembre 2007 solo dopo l’avvio di una procedura di infrazione europea contro la Regione Abruzzo[2], inserisce il Vastese all'interno di un'ampia zona di mantenimento, vale a dire di una zona nella quale la qualità dell'aria è    è giudicata buona, occorre solo mantenerla così com’è[3]. Nel 2009 abbiamo dimostrato[4] (e il Mario Negri Sud (MNS), l'ente fornitore dei dati, ha successivamente ammesso[5]) che i dati usati nel Piano Regionale, provenienti dalle centraline del MNS di Atessa e San Salvo, erano ampiamente al di sotto dello standard di qualità previsto dalla legge; e che di conseguenza quella classificazione era inattendibile. Nello stesso documento dimostravamo anche come il Piano Regionale avesse del tutto trascurato 6 anni di rilevazioni del laboratorio mobile dell'ARTA[6], condotte in tutte le province abruzzesi, da cui emergevano con regolarità dei valori degli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) decisamente fuori norma. E facevamo rilevare come nel frattempo, tra ottobre 2007 e ottobre 2008, le centraline del MNS (le uniche esistenti nella zona) fossero state spente definitivamente[7]. Da allora non esiste più nessuna rilevazione in continuo della qualità dell'aria in tutto il Distretto Industriale del Vastese (Vasto, San Salvo, Atessa).

È una situazione da terzo mondo (con tutto il rispetto per il terzo mondo). Ma c'è qualcosa di ancora più abnorme: ed è che la Regione non lo sa.

 

Le centraline del MNS sono spente da 6 anni, ma alla Regione Abruzzo risultano ancora attive. Così si legge nel bando di indizione (maggio 2011) della gara, da 2 milioni di euro circa, per l'installazione di 11 nuove centraline un po' su tutto il territorio abruzzese[8], da cui il nostro territorio è stato escluso; così si legge a tutt'oggi sul sito dell'ARTA[9]. Si badi che il controllo della "rete di misura" della qualità dell'aria è, a norma di legge[10], un compito specifico della Regione...

La cosa si commenta da sola. Che fare, allora?

Chiediamo che Regione almeno si assuma direttamente la gestione –e la responsabilità- di tutta la rete provinciale di rilevamento, come accade nel resto dell'Abruzzo, posto che l'affidamento alla Provincia (e da questa al MNS) è ormai evidentemente un alibi[11] che non regge più.

Associazione "Porta Nuova"- Vasto

[2] Lo stesso accadrà per il nuovo Piano Regionale?Avrebbe dovuto vedere la luce entro il settembre 2012...
[3] Per zona di mantenimento la normativa intende “le zone e degli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi”
[10] "La rete di misura è soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico è assicurato dalle regioni" - DLgs 13 agosto 2010 n. 155, Art. 1, comma 4, lett. h).
[11] Il 16 aprile 2009 la Giunta Provinciale di Chieti approva un accordo di partenariato con il Consorzio Mario Negri Sud" per la realizzazione di un programma di intervento per il controllo della qualità ambientale nel territorio provinciale". L'accordo, della durata di un anno, al costo di € 85.000 di cofinanziamento provinciale, impegnava il MNS a "gestire le stazioni fisse di monitoraggio delle condizioni dell’aria site nelle zone industriali di Atessa, di Chieti e di S. Salvo". L'accordo non ha mai trovato applicazione.

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