La qualità dell'aria
Il Piano Regionale per la Tutela
della Qualità dell'Aria, approvato nel settembre 2007 solo dopo l’avvio
di una procedura di infrazione europea contro la Regione Abruzzo[2],
inserisce il Vastese all'interno di un'ampia zona di mantenimento, vale a dire di una zona nella quale la
qualità dell'aria è è
giudicata buona, occorre solo mantenerla così com’è[3]. Nel 2009 abbiamo dimostrato[4] (e il Mario
Negri Sud (MNS), l'ente fornitore dei dati, ha successivamente ammesso[5]) che i dati usati nel Piano
Regionale, provenienti dalle centraline del MNS di Atessa e San Salvo,
erano ampiamente al di sotto dello standard di qualità previsto dalla legge; e
che di conseguenza quella classificazione era inattendibile. Nello stesso
documento dimostravamo anche come il Piano
Regionale avesse del tutto trascurato 6 anni di rilevazioni del laboratorio
mobile dell'ARTA[6], condotte in tutte le province abruzzesi, da cui
emergevano con regolarità dei valori degli IPA (idrocarburi policiclici
aromatici) decisamente fuori norma. E facevamo rilevare come nel frattempo, tra
ottobre 2007 e ottobre 2008, le centraline del MNS (le uniche esistenti nella
zona) fossero state spente definitivamente[7]. Da allora
non esiste più nessuna rilevazione in continuo della qualità dell'aria in tutto
il Distretto Industriale del Vastese (Vasto, San Salvo, Atessa).
È una situazione da terzo
mondo (con tutto il rispetto per il terzo mondo). Ma c'è qualcosa di ancora più abnorme: ed è che la Regione non lo sa.
Le centraline del MNS
sono spente da 6 anni, ma alla Regione Abruzzo risultano ancora attive. Così si legge nel bando di indizione (maggio 2011)
della gara, da 2 milioni di euro circa, per l'installazione di 11
nuove centraline un po' su tutto il territorio abruzzese[8], da
cui il nostro territorio è stato escluso; così si legge a tutt'oggi sul sito dell'ARTA[9]. Si badi che il controllo della "rete di
misura" della qualità dell'aria è, a norma di legge[10], un
compito specifico della Regione...
La cosa si commenta da sola. Che
fare, allora?
Chiediamo che Regione almeno si
assuma direttamente la gestione –e la responsabilità- di tutta la rete
provinciale di rilevamento, come accade nel resto dell'Abruzzo, posto che
l'affidamento alla Provincia (e da questa al MNS) è ormai evidentemente un
alibi[11] che
non regge più.
Associazione "Porta Nuova"- Vasto
[2] Lo stesso accadrà per il nuovo Piano Regionale?Avrebbe dovuto vedere la luce entro il settembre
2012...
[3] Per zona di mantenimento la
normativa intende “le zone e degli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono
inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento
degli stessi”
[5] http://www.negrisud.it/ambiente/dwnlds/promemoria_qualita_aria.pdf
. Benché avesse in precedenza ufficialmente autocertificato il contrario http://www.scribd.com/doc/36668199/DGR-1339-VALUTAZIONE-PRELIMINARE
[10] "La rete di misura è soggetta alla gestione o al
controllo pubblico. Il controllo pubblico è assicurato dalle regioni" - DLgs
13 agosto 2010 n. 155, Art. 1, comma 4, lett. h).
[11] Il 16 aprile 2009 la Giunta Provinciale di Chieti
approva un accordo di partenariato con il Consorzio Mario Negri Sud" per
la realizzazione di un programma di intervento per il controllo della qualità
ambientale nel territorio provinciale". L'accordo, della durata di un
anno, al costo di € 85.000 di cofinanziamento provinciale, impegnava il MNS a
"gestire le stazioni fisse di monitoraggio
delle condizioni dell’aria site nelle zone industriali di Atessa, di Chieti e
di S. Salvo". L'accordo non ha mai trovato applicazione.
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