lunedì 15 settembre 2014

ALLA RICERCA DELLA VERGINITA’ PERDUTA

Sant’Onofrio val bene una messa

Qualcosa non quadra, stride. Sa di rancido. La triste vicenda dell’ospizio di Sant’Onofrio, che per la verità ha le sue scaturigini nella precedente gestione regionale, vuole essere, nelle intenzioni del protagonista (in negativo, ovvio), il trampolino di lancio verso nuove disavventure politiche, a cominciare dalle prossime, e non lontanissime, elezioni comunali vastesi. Il reducismo, fenomeno psico-sociale, che ha una sua valenza, fa il resto. Sembra di sentirlo: “Solo da due mesi non sono più consigliere regionale e già mi trattate così …”. Detto, fatto. La visibilità mass-mediatica è lì a portata di mano. Perché non approfittarne? Viene però da chiedersi, e da chiedergli: tu, caro Tagliente, quando eri per l’appunto consigliere regionale di maggioranza, cosa hai fatto per prevenire tutto questo? Dovresti sapere, ed in effetti sai, che la costante opera di depauperamento della rappresentatività del territorio vastese, attuata da Chiodi, sul punto specifico per davvero decisionista, è, se non la causa immediata, perlomeno il presupposto storico di quello che adesso è sotto gli occhi di tutti. In quei frangenti, l’ex sindaco ed ex consigliere regionale dov’era? Cosa ha fatto? Tutte domande che resteranno senza risposta, come senza risposta è quell’altra domanda che gli sto rivolgendo da anni: cosa ha fatto il Tagliente, da sindaco, a tutela dell’immenso patrimonio custodito all’interno di Palazzo d’Avalos? A cominciare dai quadri di piccole dimensioni, i più esposti ad eventuali, possibili sottrazioni. E quindi, in virtù di tutti questi precedenti, presentarsi ora come salvatore della patria appare fuori luogo, per non dire altro. Farsi da parte, in via definitiva e senza ripensamenti, sarebbe, a questo punto, una scelta obbligata. L’unica.

Giacinto Zappacosta


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