domenica 7 dicembre 2014

AMIANTO. PRESIDENTE NAPOLITANO, SIAMO ANCORA NOI

                                                           
          

        
                                                                           Al Presidente Giorgio Napolitano
                                                                                     Palazzo del Quirinale
                                                                                            00187 Roma
                                                                                                       

Egregio Presidente On.le Giorgio Napolitano,
Siamo ancora noi, per l’ennesima volta, sì noi!
I lavoratori appartenenti al Coordinamento Esposti Amianto di Vasto, in provincia di Chieti, associati all’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.

Ricordiamo le Sue toccanti parole, in occasione della Giornata per le vittime del lavoro:
"Nonostante la diminuzione è sempre troppo elevato il numero degli infortuni causati dal mancato rispetto di norme esistenti" (Firenze, 12 ottobre 2014).
"Il numero delle invalidità permanenti e degli incidenti mortali" sul lavoro "causati dal mancato rispetto di norme esistenti resta inaccettabile nonostante la loro diminuzione".

Lo ha detto Lei, Sig. Presidente, in un telegramma inviato a Franco Bettoni, Presidente dell'ANMIL, in occasione della 64/a Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro che si è celebrata a Firenze.

Per Lei, sia come persona, che quale massima espressione della nostra Repubblica e della Comunità Nazionale, il mancato rispetto dei presidi posti a tutela della salute e dell’incolumità psicofisica dei cittadini e anche dei cittadini lavoratori "contrasta palesemente con i valori fondamentali della dignità e dell’integrità della persona umana, costituzionalmente garantita".



Nel telegramma, da Lei indirizzato all'Associazione Nazionale dei Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, riuniti nel Salone dei '500, riuniti a Firenze presso il Palazzo Vecchio, ha espresso la gratitudine all’Associazione e a "tutti gli italiani" per "il costante e appassionato impegno diretto a garantire la piena sicurezza nei luoghi di lavoro" e soprattutto ha auspicato "che la comunità nazionale e le istituzioni forniscano risposte sempre più ferme ed efficaci per fronteggiare questa piaga sociale".

Evidentemente, pur avendo raggiunto qualche risultato, occorre ancora un forte impegno di tutti i cittadini e delle Istituzioni: dunque, questi problemi permangono ancora a tutt’oggi e sono attuali.

Le Sue parole hanno espresso un pensiero nobile che auspichiamo si tramuti in concreta realtà al più presto, per arrestare questo bagno di sangue portato dagli infortuni sul lavori e dagli infortuni malattia come sono definite le patologie asbesto correlate, che nel silenzio generale, provocano la morte di circa 5mila persone ogni anno.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, si è fatto promotore della rappresentanza e tutela dei lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto e loro familiari, al fine, di tentare di porre rimedio a questo genocidio silenzioso e a un perdurante assassinio, di cui nessuno parla, e che porta lo scrivente a richiamare la Sua vigile attenzione perché possa nuovamente intervenire su uno dei casi più paradigmatici ed esemplari della tragedia delle vittime dell’amianto in Italia, che vede coinvolto prima di tutto lo Stato per avere tardivamente bandito l’amianto, ma soprattutto, per averlo fatto utilizzare anche alle imprese di Stato, e permesso l’uso anche nei luoghi di vita oltre che in quelli di lavoro.

Se siamo costretti a scriverLe nuovamente, come già fatto in precedenza, è per esortarla a risolvere una situazione che ci ha visti vittime più volte, prima per i danni subiti sul luogo  di  lavoro perchè esposti all’amianto, “vite spezzate e spazzate via” e  poi, per le nefandezze di una grave e infame decisione presa da una Cassazione.




Cassazione che nel caso in questione si è certamente piegata alla politica e al potere, contravvenendo ai suoi stessi principi, negandoci in  tal  modo  quella risposta ferma ed efficace  che  era  incontestabilmente  nei  nostri  diritti e infine, nel sentire Lei, che nonostante l’espressione del Suo pensiero, ha eluso le nostre umane esortazioni sottraendosi al provvidenziale intervento, che avrebbe dovuto garantirci nei confronti di un Presidente dell’INPS, che di fatto ad oggi, ne avevamo percepito la sensazione, è addirittura indagato per truffa al Servizio Sanitario Nazionale. 

E’ paradossale, noi che chiedevamo un Suo intervento nei confronti dell’allora Presidente Mastrapasqua, al fine, di avviare un’inchiesta interna all’Ente previdenziale per esaminare il nostro caso, per la sua inconfutabile verità, legittimata e riconosciuta nelle aule di giustizia per oltre un decennio, ci siamo ritrovati a sbattere contro il muro di gomma dei potentati.
Per redimere questa incresciosa situazione, se vuole, nella specificità del Suo ruolo può ancora farlo.

Le scrivemmo, per segnalarLe e chiederLe un concreto interessamento, in merito alla grave e assurda ingiustizia che è stata perpetrata nei nostri confronti, proprio in procinto della chiusura conclusiva, di una vicenda che ha dell’incredibile e che da parte nostra, è stata portata a Sua conoscenza in modo sincero e dettagliato.
Tanti autorevoli esponenti del mondo giuridico, hanno considerato il nostro caso come anomalo, fuorviante e irriverente, ponendosi contro lo Stato di Diritto.
Per quanto sopportato e sofferto nel nostro percorso, la sola amara certezza, è quella di poter dire ad alta voce che si è perso lo Stato di Diritto e che oggi, il diritto è solo appannaggio di chi nelle Istituzioni esercita un potere sordo e prevaricatore alle giuste richieste dei cittadini.

Certamente, se ci siamo rivolti a Lei, è per far mantenere alto quel senso morale e di civile convivenza a garanzia del diritto e della giustizia che ormai, con amara rassegnazione, possiamo con certezza affermare che è morto insieme ai nostri colleghi di lavoro (deceduti per amianto!!! Sic) e alla nostra speranza di futuro.




E seppure, Ella non poteva interferire, come già dichiaratoci, con le decisioni dei Tribunali, da parte Nostra non possiamo accettare una Sentenza che contraddice palesemente quanto già sentenziato dalla stessa Corte di Cassazione in precedenti e analoghi procedimenti e quanto, definito nella classificazione delle attività industriali proprio con il con D.P.R. per i relativi Codici ISTAT delle Aziende a rischio di esposizione dei lavoratori all’amianto.
Si è addotto a motivazione della Sentenza stessa, che non è stata dimostrata la presenza sul luogo di lavoro della concentrazione di fibre necessaria per il riconoscimento e ciò, è assolutamente pretestuoso e ininfluente (si veda la Sentenza della Corte di Appello dell’Aquila) quando invece si sono verificati tra i lavoratori patologie e decessi per asbestosi.
Nella nostra convinzione, crediamo sia necessario che chi abbia responsabilità politiche si attivi al più presto, per riparare a questo nostro disastro giuridico di cui abbiamo detto, che in definitiva, ha cercato solo di risparmiare sulla pelle di persone già pesantemente offese (non per nulla, la norma sulla decadenza è stata inserita nella manovra economica dal Governo Berlusconi). Un genere di mostruosità prodotta con l’applicazione della “legge” che in questo nostro specifico caso si è rivolta contro, quelle che all’origine erano per le esigenze umane per cui è stata pensata, a noi è successo questo. Ciò è potuto avvenire, perché si sono smarrite quelle ragioni di giustizia sostanziale che erano alla sua origine, e che non bisogna mai stancarsi di ripetere - come un mantra - ogni volta si discuta di queste questioni (a costo di sembrare monocordi o maniacali). Tutti sappiamo che quando un diritto viene riconosciuto a favore dei deboli, a favore dei lavoratori, non basta certamente che stia scritto nella Costituzione perchè si auto-realizzi o sia rispettato. Occorre promuoverne condizioni positive che lo rendano effettivo, tenendo alta l’attenzione nell’intero tessuto sociale, come nel nostro caso anche nelle aule di tribunale, per noi con la sola spegiudicata decisione della Cassazione.
Le chiediamo, che per noi, è arrivata l’ora per porre mano ad una decisione che in questa materia non consideri il diritto un insieme di procedure e di sofismi che vivono in un modo a parte, ma uno strumento che serve a restituire diritti ossia, una dimensione soggettiva a persone cui per lungo tempo è stata negata.



Con la complicità e per colpa di tanti, di cui in ultimo l’INPS, che ne sta consumando impropriamente la sua illegittimità.
Ricordiamo, in questa Sede, il nostro determinato proposito di continuare la nostra ferma lotta, invitandoLa comunque ad una attenta e scrupolosa valutazione dei fatti.

Cordiali Saluti

Per il Coordinamento Esposti Amianto di Vasto
Franco Aldo Cucinieri
Menna Ivo Commissario territoriale Osservatorio Amianto Vasto
                                                                         


1 commento:

  1. “Nella società moderna, non ci manca niente, ma non facciamo niente, perchè?” “Riguardo all’amianto, bisogna non ammalarsi, prima che curarsi.” il ritardo nell'applicazione delle leggi da parte dello Stato ne dimostra in parte l'ignoranza e in parte la connivenza;
    “Ora c’è in atto un altro grave tentativo quello della semplice compatibilizzazione tra lavoro, salute e diritto giurisprudenziale del lavoro, tutto questo solo come ricaduta a scapito del benessere della collettivita’ che saranno inimmaginabili.”
    E pensare che la nascita del termine ambiente risale al 1623 e trae origine da espressioni del latino vulgato amb ire, cioè girare intorno = ciò che ci sta attorno.
    Ormai è acclamato che il nostro paese, con gli Italiani a bordo, è diventato un contenitore generalmente nemico della verità.

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