Al
Presidente Giorgio Napolitano
Palazzo del
Quirinale
00187
Roma
Egregio
Presidente On.le Giorgio Napolitano,
Siamo ancora noi, per l’ennesima volta, sì
noi!
I lavoratori appartenenti al Coordinamento
Esposti Amianto di Vasto, in provincia di Chieti, associati all’ONA –
Osservatorio Nazionale Amianto.
Ricordiamo le Sue toccanti parole, in
occasione della Giornata per le vittime del lavoro:
"Nonostante la diminuzione è sempre
troppo elevato il numero degli infortuni causati dal mancato rispetto di norme
esistenti" (Firenze, 12 ottobre 2014).
"Il numero delle invalidità permanenti e degli incidenti
mortali" sul lavoro "causati dal mancato rispetto di norme esistenti
resta inaccettabile nonostante la loro diminuzione".
Lo ha detto Lei, Sig. Presidente, in un telegramma inviato a Franco
Bettoni, Presidente dell'ANMIL, in occasione della 64/a Giornata per le vittime
degli incidenti sul lavoro che si è celebrata a Firenze.
Per Lei, sia come persona, che quale massima espressione della
nostra Repubblica e della Comunità Nazionale, il mancato rispetto dei presidi
posti a tutela della salute e dell’incolumità psicofisica dei cittadini e anche
dei cittadini lavoratori "contrasta
palesemente con i valori fondamentali della dignità e dell’integrità della
persona umana, costituzionalmente garantita".
Nel telegramma, da Lei indirizzato all'Associazione Nazionale
dei Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, riuniti nel Salone dei '500,
riuniti a Firenze presso il Palazzo Vecchio, ha espresso la gratitudine
all’Associazione e a "tutti gli italiani" per "il costante e
appassionato impegno diretto a garantire la piena sicurezza nei luoghi di
lavoro" e soprattutto ha auspicato "che la comunità nazionale e le istituzioni forniscano risposte
sempre più ferme ed efficaci per fronteggiare questa piaga sociale".
Evidentemente, pur avendo raggiunto qualche risultato, occorre
ancora un forte impegno di tutti i cittadini e delle Istituzioni: dunque,
questi problemi permangono ancora a tutt’oggi e sono attuali.
Le Sue parole hanno espresso un pensiero nobile che auspichiamo
si tramuti in concreta realtà al più presto, per arrestare questo bagno di
sangue portato dagli infortuni sul lavori e dagli infortuni malattia come sono
definite le patologie asbesto correlate, che nel silenzio generale, provocano la
morte di circa 5mila persone ogni anno.
L’Osservatorio Nazionale Amianto, si è fatto promotore della
rappresentanza e tutela dei lavoratori e cittadini esposti e vittime
dell’amianto e loro familiari, al fine, di tentare di porre rimedio a questo
genocidio silenzioso e a un perdurante assassinio, di cui nessuno parla, e che
porta lo scrivente a richiamare la Sua vigile attenzione perché possa
nuovamente intervenire su uno dei casi più paradigmatici ed esemplari della
tragedia delle vittime dell’amianto in Italia, che vede coinvolto prima di
tutto lo Stato per avere tardivamente bandito l’amianto, ma soprattutto, per
averlo fatto utilizzare anche alle imprese di Stato, e permesso l’uso anche nei
luoghi di vita oltre che in quelli di lavoro.
Se siamo costretti a scriverLe
nuovamente, come già fatto in precedenza, è per esortarla a risolvere una
situazione che ci ha visti vittime più volte, prima per i danni subiti sul
luogo di
lavoro perchè esposti all’amianto, “vite spezzate e spazzate via” e poi, per le nefandezze di una grave e infame
decisione presa da una Cassazione.
Cassazione che nel caso in questione si
è certamente piegata alla politica e al potere, contravvenendo ai suoi stessi
principi, negandoci in tal modo
quella risposta ferma ed efficace
che era incontestabilmente nei
nostri diritti e infine, nel
sentire Lei, che nonostante l’espressione del Suo pensiero, ha eluso le nostre
umane esortazioni sottraendosi al provvidenziale intervento, che avrebbe dovuto
garantirci nei confronti di un Presidente dell’INPS, che di fatto ad oggi, ne
avevamo percepito la sensazione, è addirittura indagato per truffa al Servizio
Sanitario Nazionale.
E’ paradossale, noi che chiedevamo un
Suo intervento nei confronti dell’allora Presidente Mastrapasqua, al fine, di
avviare un’inchiesta interna all’Ente previdenziale per esaminare il nostro
caso, per la sua inconfutabile verità, legittimata e riconosciuta nelle aule di
giustizia per oltre un decennio, ci siamo ritrovati a sbattere contro il muro
di gomma dei potentati.
Per redimere questa incresciosa situazione,
se vuole, nella specificità del Suo ruolo può ancora farlo.
Le scrivemmo, per segnalarLe e chiederLe un concreto
interessamento, in merito alla grave e assurda ingiustizia che è stata perpetrata
nei nostri confronti, proprio in procinto della chiusura conclusiva, di una
vicenda che ha dell’incredibile e che da parte nostra, è stata portata a Sua
conoscenza in modo sincero e dettagliato.
Tanti autorevoli esponenti del mondo giuridico, hanno considerato
il nostro caso come anomalo, fuorviante e irriverente, ponendosi contro lo
Stato di Diritto.
Per quanto sopportato e sofferto nel nostro
percorso, la sola amara certezza, è quella di poter dire ad alta voce che si è
perso lo Stato di Diritto e che oggi, il diritto è solo appannaggio di chi
nelle Istituzioni esercita un potere sordo e prevaricatore alle giuste
richieste dei cittadini.
Certamente, se ci siamo rivolti a Lei, è
per far mantenere alto quel senso morale e di civile convivenza a garanzia del
diritto e della giustizia che ormai, con amara rassegnazione, possiamo con
certezza affermare che è morto insieme ai nostri colleghi di lavoro (deceduti
per amianto!!! Sic) e alla nostra speranza di futuro.
E seppure, Ella non poteva interferire,
come già dichiaratoci, con le decisioni dei Tribunali, da parte Nostra non
possiamo accettare una Sentenza che contraddice palesemente quanto già
sentenziato dalla stessa Corte di Cassazione in precedenti e analoghi
procedimenti e quanto, definito nella classificazione delle attività
industriali proprio con il con D.P.R. per i relativi Codici ISTAT delle Aziende
a rischio di esposizione dei lavoratori all’amianto.
Si è addotto a motivazione della Sentenza
stessa, che non è stata dimostrata la presenza sul luogo di lavoro della
concentrazione di fibre necessaria per il riconoscimento e ciò, è assolutamente
pretestuoso e ininfluente (si veda la Sentenza della Corte di Appello
dell’Aquila) quando invece si sono verificati tra i lavoratori patologie e
decessi per asbestosi.
Nella nostra convinzione, crediamo sia
necessario che chi abbia responsabilità politiche si attivi al più presto, per
riparare a questo nostro disastro giuridico di cui abbiamo detto, che in
definitiva, ha cercato solo di risparmiare sulla pelle di persone già
pesantemente offese (non per nulla, la norma sulla decadenza è stata inserita
nella manovra economica dal Governo Berlusconi). Un genere di mostruosità
prodotta con l’applicazione della “legge” che in questo nostro specifico caso
si è rivolta contro, quelle che all’origine erano per le esigenze umane per cui
è stata pensata, a noi è successo questo. Ciò è potuto avvenire, perché si sono
smarrite quelle ragioni di giustizia sostanziale che erano alla sua origine, e
che non bisogna mai stancarsi di ripetere - come un mantra - ogni volta si
discuta di queste questioni (a costo di sembrare monocordi o maniacali). Tutti
sappiamo che quando un diritto viene riconosciuto a favore dei deboli, a favore
dei lavoratori, non basta certamente che stia scritto nella Costituzione perchè
si auto-realizzi o sia rispettato. Occorre promuoverne condizioni positive che
lo rendano effettivo, tenendo alta l’attenzione nell’intero tessuto sociale,
come nel nostro caso anche nelle aule di tribunale, per noi con la sola
spegiudicata decisione della Cassazione.
Le chiediamo, che per noi, è arrivata l’ora
per porre mano ad una decisione che in questa materia non consideri il diritto
un insieme di procedure e di sofismi che vivono in un modo a parte, ma uno
strumento che serve a restituire diritti ossia, una dimensione soggettiva a
persone cui per lungo tempo è stata negata.
Con la complicità e per colpa di tanti, di
cui in ultimo l’INPS, che ne sta consumando impropriamente la sua
illegittimità.
Ricordiamo, in questa Sede, il nostro
determinato proposito di continuare la nostra ferma lotta, invitandoLa comunque
ad una attenta e scrupolosa valutazione dei fatti.
Cordiali Saluti
Per il Coordinamento Esposti Amianto di Vasto
Franco Aldo Cucinieri
Menna
Ivo Commissario territoriale Osservatorio Amianto Vasto

“Nella società moderna, non ci manca niente, ma non facciamo niente, perchè?” “Riguardo all’amianto, bisogna non ammalarsi, prima che curarsi.” il ritardo nell'applicazione delle leggi da parte dello Stato ne dimostra in parte l'ignoranza e in parte la connivenza;
RispondiElimina“Ora c’è in atto un altro grave tentativo quello della semplice compatibilizzazione tra lavoro, salute e diritto giurisprudenziale del lavoro, tutto questo solo come ricaduta a scapito del benessere della collettivita’ che saranno inimmaginabili.”
E pensare che la nascita del termine ambiente risale al 1623 e trae origine da espressioni del latino vulgato amb ire, cioè girare intorno = ciò che ci sta attorno.
Ormai è acclamato che il nostro paese, con gli Italiani a bordo, è diventato un contenitore generalmente nemico della verità.