lunedì 15 dicembre 2014

CHIETI. ALLARME VIOLENZA



Purtroppo gli episodi di violenza nella nostra città non accennano a diminuire. Stanno divenendo sempre più drammaticamente numerosi gli episodi violenti che in questi mesi stanno vivendo i cittadini di Chieti, con furti di auto, scippi rapine ed aggressioni. Nessun cenno dalla politica teatina. Nemmeno di vicinanza ai cittadini colpiti dai drammatici eventi. Nessun sostegno e sprone alle forze dell'ordine. Riteniamo sia possibile, anzi, doveroso, che la politica dia un segnale. Forte e deciso. Come? Rendendosi parte attiva nella valutazione e gestione del problema. Senza fermarsi ad una constatazione dei fatti disarmante e tardiva. 
Ad oggi nemmeno si investe tempo su incontri e tavole rotonde sulla sicurezza. Silenzio totale. Come se nulla fosse. Noi riteniamo sia possibile lanciare delle proposte serie e fattibili. Non ci si può limitare a fare spallucce ed aspettare nell'angolo che avvenga qualcosa di irreparabile. Senza battere ciglio. Riteniamo si possa aprire, in tempi rapidi, pressocchè nell'immediatezza, un tavolo con le associazioni per portare una presenza sul territorio anche di cittadini al fianco e sotto la guida degli organi preposti alla sicurezza. Riteniamo si possa e si debba togliere spazio alla possibilità di delinquere portando presenza in strada. Ancor più nelle strade meno frequentate. Questo senza scomodare nessun Rambo o super eroe. Semplicemente coinvolgendo quelle associazioni già a disposizione della comunità per eventuali interventi di protezione civile. Chiedendo e concertando con queste associazioni già accreditate e quindi costituenti in pratica un forte filtro per scongiurare la presenza di cittadini pistoleri o sceriffi per strada. Ma solo cittadini accomunati dalla volontá di dare un servizio alla comunità. Nel rispetto dei ruoli e delle regole. Questa riteniamo sia una proposta, non una semplice protesta, su cui sia possibile lavorare. Si batta un colpo. Si apra una seria discussione che porti ad una partecipazione costruttiva. 

Donato Marcotullio

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