Crollo del muro di
contenimento del Palazzo D'Avalos nella notte del 24 gennaio 2014.
Siamo di fronte ad
una nuova emergenza, ma questa volta si tratta di una vera emergenza per la
quale discorsi e passerelle politiche debbono cedere il passo alla questione
vera ambientale di una operativita' immediata fatta di concretezza. L'urgenza
e' dettata anche perche' siamo alle porte della stagione turistica e diventa
essenziale che il turista possa godere del gioiello della citta'.
Io non so se questo
crollo e' stato causato dalle infiltrazioni dell'acqua piovana o altri fenomeni
climatici, ma certo è che il sottoscritto lancio' un allarme da qualche anno a
causa dell'uso improprio del cortile del palazzo d'avalos : A) l'ingresso di
enormi e pesantissimi camions per le varie assemblee dell'Italia dei
Valori, B) anno 2012 dicembre per l'uso demenziale del cortile per una
pista di pattinaggio di ghiaccio per divertimenti invernali come se fossimo a
Roccaraso. A questo proposito ripropongo e allego il comunicato stampa che con largo anticipo
venne pubblicato dagli organi di informazione della citta' di Vasto nel 2012.
Vasto 24 gennaio
2015
Di seguito il comunicato stampa dell'8 febbraio 2012
“Il Cortile di
Palazzo d’Avalos (sprofonda!). Così ha titolato la stampa rilevando i gravi
danni a causa di una pista di pattinaggio di ghiaccio parcheggiata prima,
durante e dopo il periodo natalizio dentro il cortile.”
La prima domanda:
quali sono state
le ragioni che hanno consentito questa scelta e chi sono stati gli artefici e i
responsabili di una tale decisione?.
Regalare un bene
pubblico tutelato come il Palazzo d’Avalos, sede di concerti musicali e di
varie manifestazioni culturali di cui Vasto si vanta specie nei mesi estivi è
un atto che si inscrive nella cultura e nella storia di questa città? Sembra
di sì visto quanto patrimonio pubblico è stato svenduto in questi anni
dalle politiche irresponsabili degli amministratori politici vastesi. A
nulla sono valsi gli appelli e i richiami che dalle varie tribune pubbliche da
me lanciati nel ruolo di candidato sindaco per la tutela e la difesa
del patrimonio culturale e architettonico della comunità vastese.
Seconda domanda: quale atto di delibera di Giunta ha permesso che questo scempio si
concretizzasse non avendo cura di consultare
neppure gli uffici della Sovrintendenza che vive a pochi passi dal
Comune, considerato che il Palazzo è dichiarato bene culturale storico da
tutelare, e vincolato per questo da norme e leggi?
Quali sono gli assessori che hanno votato in giunta
questo atto demenziale? Gli
assessori di SEL e di Rifondazione Comunista dov’erano? E quelli del PD hanno
minori responsabilità degli assessori? E tutti quegli afasici e innocui
consiglieri comunali buoni solo per il gettone di presenza? E il Presidente del
Consiglio Forte sempre più taciturno su ogni questione? Un Bene pubblico,
vanto della città, viene considerato alla stregua del supermercato del
divertimento. Un Bene pubblico da tutelare e conservare per il futuro è
stato trattato da lorsignori come una merce qualunque. La cultura
del berlusconismo del fare cassa e denaro è trasversale e affascina ancora
grande parte dei sedicenti di sinistra. E non possiamo esimerci dal criticare
l’assenza di vigilanza e di controllo di chi è preposto alla difesa dei beni
architettonici e monumentali ovvero gli
uffici della Sovrintendenza che non vede lo stato del degrado a cui sono
sottoposti i beni della città. Tutto comunque ci dice che: incuria, abbandono, incultura sono elementi caratterizzanti della classe
politica e intellettuale vastese. I veri danni poi li conteremo appena
la neve sarà disciolta. Io accuso la maggioranza e l’opposizione di
concorrere alla distruzione della nostra città; essi navigano sulla stessa
rotta della Costa Concorde, tra intrallazzi, clientele, e vacuità.
Intanto altre domande pongo non solo a questi nostri
amministratori ma alla città intera circa i costi di questa scelta folle:
Chi ha pagato l’energia elettrica prelevata dalla cabina
interna al Palazzo d’Avalos?
Chi ha pagato le tonnellate di acqua prelevata per
rendere ghiacciata la pista?
Chi pagherà per la risistemazione dei ciottoli sradicati
dalla sconnessione per il peso eccessivo?
Chi pagherà gli scalpellini per questo lavoro
specialistico?
Chi pagherà per la manutenzione?
Chi pagherà i danni causati dal peso eccessivo che pare
avere provocato un cedimento di 15 centimetri del pavimento rischiando di
compromettere la stabilità dell’intero complesso conoscendo l’esistenza
sottostante delle cisterne romane?
Ivo
Menna Ambientalista storico
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