Qualche domandina facile facile a Lapenna
Ci risiamo. Torna puntualmente
l’ossessione della stampa onesta. Nella visione lapenniana si tratta, in negativo
e per la precisione, di quella stampa disonesta, nuova categoria
politico-sociale che alberga nell’animo esacerbato del primo cittadino. Anche
questa volta è tornato sull’argomento con un climax, un crescendo polemico
accompagnato dal tipico travaso di bile di chi, temo, ha perso il senso del
contatto con le cose. “Non mi aspetto di sentirmi dire grazie dai barellieri dell’odio, dai
professionisti della polemica inutile e stucchevole, da quelli che fingono di
avere la memoria corta, né da tutti gli aspiranti candidati sindaci del centro
destra alle prossime elezioni, ho fatto e continuerò a fare il mio dovere, con
profondo senso di responsabilità e rispetto del mio ruolo istituzionale, a
tutela della mia città e di tutti i suoi abitanti”. E ancora: “Non chiedo alla
stampa di essere indipendente, perché non esiste la stampa indipendente, ma le
chiede di essere per lo meno onesta”. Mamma mia. L’ho già scritto e devo
ripetermi, riferendo quello che mi disse, trent’anni fa, il mio capo-redattore:
“Guarda che a Vasto i politici non sono abituati al rapporto con la stampa”.
Eravamo, all’epoca, nel bel mezzo della
stagione gaspariana, quando la Dc, nel consiglio comunale di Vasto, disponeva
di 28 seggi su 40, potendosi permettere il lusso di svolgere il ruolo di
maggioranza e opposizione in contemporanea, a suo piacimento. Cambiate le
situazioni, il clima provinciale e assurdo continua ad imperversare. Il sindaco
Lapenna non tollera le critiche, come ormai è evidente, e predilige un rapporto
amicale con cronisti e giornalisti.
Particolarmente gradito è l’avere a disposizione un microfono a favore del
quale indirizzare un comizio senza mai essere interrotto: lo manda in estasi. A
questo punto, per la tranquillità e la curiosità di tutti, qualche domandina
facile facile per Luciano, che comunque non risponderà. Con chi cavolo ce
l’hai? Quali critiche non ti fanno dormire la notte? Che cosa ti disturba? Qual
è la tua visione del rapporto fra politica e giornalismo? In attesa della
prossima uscita estemporanea, mi limito a qualche considerazione “disonesta”.
Fa specie, in particolare, che un politico, soprattutto se riveste funzioni
istituzionali, confonda il diritto di critica con una campagna di odio
(Luciano, chi ti ha suggerito l’espressione “barellieri dell’odio”?), mentre è
senz’altro inaccettabile l’assioma di fondo, quel pensiero non espresso e pur
presente nell’animo e nella mente del Sindaco, quella volontà, quel desiderio
di essere lasciato in pace e di non essere disturbato. Cascasse il mondo.
Cascasse il muro di contenimento del Palazzo marchesale. Non funziona così, caro
Lapenna.
Giacinto Zappacosta
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Con questo articolo mi hai tolto l'incombenza di sentirmi dire ancora una volta che sono polemico. Grazie infinitamente
RispondiEliminaCaro Paolo, grazie a te. Quanto alla vis polemica, ben venga. La guerra è madre di tutte le cose, diceva il filosofo. Ad essere incazzati siamo in due. Ciao.
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