martedì 10 febbraio 2015

CITTA’ DI MARE E MARE IN CITTA’



Il mare si aggiunge, a caratterizzare la storia, il clima, le vicissitudini di una popolazione, ad un dato che sussiste di per sé. La toponomastica lo suggerisce e lo conferma, raccontandoci quello che a prima vista ci sfugge. Vasto Marina, Lido di Camaiore, Casalbordino Lido sono allusioni, nemmeno tanto velate, ad un fatto ben preciso: il centro abitato, il nucleo storico pre-esiste, esiste a prescindere rispetto all’accesso al mare, elemento succedaneo acquisito nel corso del tempo. A ridosso delle spiagge, o delle scogliere, trovi insediamenti votati perlopiù al turismo, al periodo delle vacanze, con gli alberghi, i punti di ritrovo nella bella stagione, gli stabilimenti balneari e gli ombreggi. Certo, le ondate migratorie agostane creano e rafforzano le condizioni per uno stazionamento, che dura per tutto l’anno, di quella fetta della popolazione locale che vive con continuità nella parte della città più vicina al mare, ma se vuoi entrare in contatto con l’anima di quella gente, caratterizzata nel suo dialetto, quello puro, custodito dai vecchi, nelle sue chiese, nei suoi monumenti, devi allontanarti dalla battigia ed inoltrarti nel centro storico. Anche Venezia, che pure vive in simbiosi col mare, col suo Lido, il Lido di Venezia, appunto, sembra non sfuggire alla regola che vuole questa specie di dicotomia tra la sede comunale e l’affaccio rivierasco. Ma come in ogni regola, c’è un’eccezione, e si tratta di un’eccezione davvero caratteristica. Taranto, la Città dei Due Mari, si immedesima e si confonde col suo golfo, con le sue isole (le Cheradi e la città vecchia).

Giacinto Zappacosta 

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