Alcuni giorni fa Mario Menna,
operaio alla Denso di San Salvo, iscritto alla Confederazione Cobas, è stato
improvvisamente licenziato.
I motivi sono del tutto
pretestuosi: 1) non avere risposto ad una contestazione di addebito; 2) essersi
messo in infortunio senza averlo denunciato.
Mario non ha risposto alla
contestazione perchè non ha mai ricevuto la relativa raccomandata, ma
evidentemente in Italia solo la dirigenza Denso non è sfiorata dall'idea che si
possano verificare disservizi alle Poste, pur se nell'altra raccomandata
annunciante il licenziamento, che Mario ha regolarmente ricevuto e ritirato,
era di nuovo acclusa la medesima contestazione disciplinare.
Non era più semplice per i 21 tra
direttori e funzionari dirigenti della Denso chiedere in fabbrica direttamente
a Mario per quale motivo non avesse risposto alla contestazione? Evidentemente
volevano incastrarlo, non ci sono altre parole.
Pretestuosa anche la seconda
motivazione, in quanto lo stesso direttore delle risorse umane ammette che,
quando Mario ha cominciato a star male, ha avvertito il suo capo; però poi
sostiene che del suo infortunio non c'è traccia, anche se si contraddice
affermando che le richieste di approfondimenti specialistici da parte di Mario
in infermeria (quindi qualcuno lo ha visitato) erano eccessivi.
E la direzione aziendale è
sconcertante quando arriva a sindacare sui malori e sul certificato medico
presentato da Mario e rilasciato dall'Ospedale di Vasto con cui si attesta
l'infortunio in corso.
Siamo di fronte ad un vero e
proprio sopruso nei confronti di Mario Menna, che purtroppo alla Denso non è il
primo e molto probabilmente non sarà l'ultimo, se i lavoratori non si
mobilitano in difesa del loro compagno di lavoro e non rivendicano il suo
immediato rientro in fabbrica.
Già in passato i Cobas hanno
denunciato l'arroganza della nuova dirigenza Denso, il suo disprezzo per i
diritti dei lavoratori, la sua ottusità nel negare le libertà e l'agibilità
sindacale in azienda, mentre aumentavano ritmi, turni, carichi di lavoro,
multe, assurde richieste ai lavoratori di risarcimento danni, e la flessibilità
saliva alle stelle.
Il comando padronale alla Denso
si esercita attraverso il supersfruttamento dei lavoratori.
A tutto questo si è opposto, con la sua appartenenza ai Cobas, Mario
Menna e per questo era ed è scomodo per i rampanti magnifici 21.
Il suo licenziamento, per
eventuali futili infrazioni, in realtà copre le vere intenzioni della dirigenza
Denso: sbarazzarsi dei lavoratori sindacalizzati, che rivendicano i propri
diritti per sé e per tutti.
Invitiamo perciò tutti i colleghi
di lavoro della Denso e non solo a mobilitarsi per impedire questa vergogna
antisindacale e lesiva della dignità di ogni lavoratore.
Vogliamo che Mario Menna sia subito reintegrato alla
Denso!
Vasto, 15 febbraio 2015
CONFEDERAZIONE COBAS Chieti
Nessun commento:
Posta un commento