Magari anche da un punto di vista erotico
Il messaggio salafita
sta prendendo piede. Come al solito, noi occidentali, almeno noi uomini e donne
della strada, non capiamo. Il dramma è che tutti, opinionisti a livello
condominiale, o da cantina, crediamo di capire quello che non conosciamo
nemmeno a grandi linee. Punto primo, fondamentale e basilare: le brigate del
califfato che si stanno installando in Libia non provengono da oltre confine,
stranieri aggressori che avanzano conquistando il terreno palmo a palmo. I
tagliatori di teste che in queste ore hanno insanguinato il golfo della Sirte sono
in realtà degli autoctoni, Libici affascinati dall’idea, geniale nella sua
capacità aggregativa e mobilitante, sempre immanente e intrinseca all’islam, di
una comunità pan-musulmana capeggiata dal califfo. Nel che è evidente la
forzatura attuata dalle potenze occidentali che hanno voluto segnare sulla
cartina geografica dei confini statuali ai quali ora, ma non solo ora, si
ribellano la storia e l’anima dei popoli. In queste ore, i Tunisini ci stanno
dicendo, con manifestazioni di piazza, che anelano ad una patria più ampia.
L’islam, che va riguardato per quello che è, non per quello che ci fa comodo
credere, per sua natura è inglobante: non c’è spazio per l’amore e per la
pietà.
Giacinto Zappacosta
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