lunedì 16 febbraio 2015

Trivelle nel mare Adriatico: M5S presenta interrogazione urgente. Se necessario apriamo contenzioso con Croazia.


 Il turismo e l'ambiente italiano rischiano di pagare il prezzo degli interessi dei petrolieri

Roma, 16 febbraio 2015 - Le trivellazioni petrolifere nel mare della Croazia rischiano di metter in pericolo anche l’ecosistema marino italiano e di compromettere irrimediabilmente le attività turistiche su cui si sostengono decine di migliaia di famiglie italiane. Per tali motivi chiediamo al Governo italiano di aprire un contezioso con la Repubblica Croata per fermare lo scempio del mare Adriatico». Così i senatori del M5S Gianni Girotto e Gianluca Castaldi in un’interrogazione urgente presentata ai ministri per gli Affari esteri e dello Sviluppo economico dopo l'allarme lanciato dalle Associazioni ambientaliste nei giorni scorsi.

Ci sono ormai evidenze scientifiche che le piattaforme a mare rilasciano fluidi di perforazione e scarti metallici, che includono sostanze tossiche, fra cui cromo, mercurio e benzene”, direttamente nelle acque marine. Basterebbe questo per bloccare la follia delle perforazioni nell’Adriatico.

Una piattaforma rilascia circa 90.000 tonnellate di materiale di scarto durante l'arco della sua vita temporale – spiegano gli scienziati -, danneggiando la vita marina e la qualità dell'aria Senza contare che il via vai di grandi petroliere in quello specchio d’acqua aumenta il rischio di incidenti ambientali, i cui effetti potrebbero essere irrimediabilmente disastrosi. Ogni anno le grandi petroliere rilasciano nel Mediterraneo 635.000 tonnellate di greggio.

È noto che nell’Adriatico le correnti finiscono per trasportare inquinanti e rifiuti sulle coste adriatiche. Segno evidente che le due coste – italiana e croata – sono entrambe coinvolte.

In questo modo la flotta peschereccia italiana e le attività turistiche del nostro Paese rischiano di pagare il prezzo degli interessi della Croazia, il cui mare viene trasformato in un gigantesco campo di petrolio. Per cui  chiediamo al Governo di verificare la compatibilità delle attività in corso e di attivare una stretta interlocuzione con il governo croato, che ha suddiviso il 90% del proprio specchio acqueo in 29 aree di estrazione petrolifera
Con una interrogazione urgente chiedo e chiediamo come M5S:

se si intenda avvalersi  nei confronti della Repubblica di Croazia  di quanto previsto dalla Legge 3 novembre 1994 , n. 640 esigendo dalla Repubblica di Croazia il diritto alla consultazione;
se si intenda rispettare  l’impegno preso con l'approvazione in Senato della mozione  in data 2 aprile 2014  teso "a verificare la compatibilità di attività eventualmente in corso da parte di Stati mediterranei in acque internazionali o di loro competenza con gli accordi internazionali in essere e con le discipline regolative concernenti lo sfruttamento della piattaforma continentale e comunque, ove ritenga, ad attivare una stretta interlocuzione con gli stessi Stati per sollecitare il fermo di iniziative che, data la particolare contiguità e vicinanza con la regione marina e con le coste italiane, potrebbero metterne a rischio l'integrità e in virt� di ciò predisporre l'elenco esatto delle autorizzazioni rilasciate ed ancor oggi in vigore con riferimento alle acque territoriali italiane e, al di fuori di esse, alla piattaforma continentale ed altresì di ogni altro nulla osta rilasciato anche con riferimento ad iniziative di stessa natura ove lo Stato italiano sia partecipe";
se i Ministri interrogati non ritengano, nell'ambito delle proprie competenze, adottare tutte le opportune iniziative tese  alla protezione e salvaguardia del mare Adriatico,  anche valutando l’apertura di contenzioso con la Repubblica di Croazia.



Gianluca Castaldi
Cittadino "senatore" M5S

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