sabato 28 marzo 2015

UNA STORIA SENZA DIO



La storia dice che una storia senza Dio non è storia, perché va sempre contro l'uomo in ciò che ha di più profondo. Si tratta allora di ispirare la società e la storia alla luce di Gesù che rivela il vero volto di Dio e il vero volto dell'uomo: c'è un grande bisogno di riscoprire l'umano dell'uomo in tempi di confusione e di relativismo; ma per riscoprire l'uomo dobbiamo riscoprire Cristo. Il suo Vangelo parla sì ai credenti, ma parla anche a tutti, perché fa parte della fede tutto ciò che di autenticamente umano è nel mondo.

Nel racconto della vocazione dei Dodici, inoltre, non sfugge il modo puntuale con cui l'Evangelista elenca i nomi dei chiamati. Il particolare non è di certo casuale: il modo indica che tra il Maestro e gli Apostoli non vi è un rapporto collettivo e anonimo, ma un rapporto personale così com'è personale il nome. Siamo richiamati al fatto che la fede ci immette in un rapporto intimo e personale con il Signore ascoltato, celebrato e vissuto. La preghiera, la vita sacramentale, la Parola di Dio non possono mai mancare nella vita del cristiano sia a livello personale che di comunità. L'importanza della vita spirituale e la necessità di curare, insieme alla crescita culturale, una forte maturazione umana e una profonda formazione ascetica e religiosa, fanno parte della chiamata alla fede. Al vertice dell'incontro con Gesù vi è l'Eucaristia Santa: essa racchiude tutto il tesoro della Chiesa. La cura delle giovani generazioni è una sfida per quest'ora: a loro la Chiesa guarda con speciale simpatia e fiducia conoscendo il patrimonio di generosità di cui sono portatori e il perenne fascino del Vangelo. La giovinezza di Cristo incontra il cuore giovane dei giovani di ogni tempo, li chiama per nome, li invita alla fiducia, li provoca ad entrare nella sua amicizia. La Chiesa, nella luce e con la forza del suo Signore, si avvicina ai giovani e umilmente li accompagna perché non si lascino incantare da illusioni facili e abbaglianti, che promettono molto ma rubano l'anima, la gioia del cuore, l'onestà della vita. Si affianca a loro e li aiuta a liberarsi dal giogo delle opinioni per scoprire la verità delle cose, delle cose che contano, ricordando le parole di Erasmo: "Le opinioni sono fonte di felicità a buon prezzo! Apprendere la vera essenza delle cose, anche se si tratta di cose di minima importanza, costa una grande fatica" (Elogio della follia, XL VII).
Cari Amici, come affermava il Santo Padre, dobbiamo "rispondere alla cultura materialistica ed egoistica con una coerente azioni evangelizzatrice, che parta dalle parrocchie: è infatti dalle comunità parrocchiali più che da altre strutture che possono e devono venire iniziative ed atti concreti di testimonianza cristiana" (Ai Vescovi della Slovenia, 24.1.2008).
Eleviamo lo sguardo alla Santa Vergine, la grande Madre della Chiesa: a Lei affidiamo il cammino delle nostre Chiese Particolari, della Chiesa di Albania. Dalle sofferenze di tanti nascano nuovi cristiani, discepoli coraggiosi di Gesù, testimoni intrepidi della fede. La Chiesa che è in Italia vi ammira e vi è vicina: la reciproca preghiera ci sostenga.

Angelo Card. Bagnasco
(da totustuus.it)

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