La nebbia sale pigra
tra gli orti e i
casolari
mescolandosi al fumo di
mense gioiose.
La luna non illumina le
isole, pur vicine,
dove il barcaiolo
consegna il pescato e rassetta i canapi.
Rifulge il tuo viso
che non mi stanco di
guardare.
La balconata a
precipizio sul mare non nasconde
il furtivo bacio
nel buio violato dal
fugace squarcio di luce,
occhi che guardano il
nostro abbraccio
e si soffermano sulle
nostre mani, tremolanti.
Ascolto il tuo respiro,
che rasenta l’anima,
quell’anima che ti ha
cercato
nelle notti insonni,
nei pomeriggi di
pioggia,
nelle tempeste di un
cuore indomito.
Giacinto Zappacosta
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