Mia debole opinione è
che questo Papa mostra di esserci vicino. Non è una banalità. Negare il
Battesimo ad un bambino perché la mamma è una donna non sposata mi pare un atto
disumano. Quella donna, fosse pure una
poco di buono, è entrata in una chiesa, magari segnandosi con l’acqua
benedetta, è venuta da te, sacerdote, ministro del culto, per chiederti di
aprire le porte del Paradiso a quel neonato. E tu che fai? La mandi via?
Francesco (che non vuole aggiungere al suo nome l’attributo “Primo”) ha sanato,
almeno in linea di principio, questo vulnus. Ancora: cosa deve o può fare un
cristiano che è nella situazione tristissima di trovarsi solo, privato
dell’affectio maritalis? Mentre lascio ad altri, più competenti, la definizione
degli aspetti teologici e morali del problema,
mi sento intanto dire dal Papa: non sei solo, non ti voglio sbattere la
porta in faccia, tu sei figlio di questa Chiesa, ti sono vicino. Disponibilità,
vicinanza. Questo noi desideriamo dal Successore di Pietro. Tale Egli è
infatti. Altri (Socci) Lo sbeffeggiano e Lo irridono, intendendo la Chiesa come
se fosse una bocciofila nella quale sei libero di non accettare e contestare la
nomina del presidente e del comitato direttivo. No, caro Socci: lascia fare
allo Spirito e sii più umile, meno democristiano. Ho visto in tv, qualche
giorno fa, il film sulla figura, gigantesca, di Paolo di Tarso. Ebbene, Saulo,
ebreo e cittadino romano (era orgoglioso di questo status) vede oltre rispetto
ai Suoi confratelli, fermi nella loro visione ebraico-centrica. S. Palo dice:
no, non esistono più le categorie schiavo e libero, ebreo e gentile; dobbiamo
far conoscere Gesù a tutti. In effetti, la mentalità romana sembra, quasi per
un mistero, predisposta ad accogliere il messaggio del Nazareno. Penso al centurione
(“veramente costui era figlio di Dio”), penso alla deposizione dalla Croce, pio
e triste rito, al quale, senza averne obbligo, parteciparono lo stesso
centurione e Cassio, un semplice legionario. Almeno così nelle rivelazioni che
ebbe la Beata Anna Caterina Emmerich. Il Vangelo, dunque, grazie a Paolo, si
espande sulla Terra. Ecco, io penso che papa Francesco assomigli a Paolo: saper
parlare a tutti. Anche a quelli che si esprimono in un’altra lingua. Dio ce lo conservi. Dio Lo aiuti nella Sua opera di pulizia e
nella Sua fermezza. Sarò un pessimo cristiano, e in effetti lo sono, ma ho
apprezzato la misura estrema degli
arresti a carico di quell’alto prelato. Stessa schifezza vedo in queste ore
(speriamo che le notizie di stampa siano esagerate o false) nella chiesa
tarantina.
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